Corriere della Sera

Scende il numero dei disoccupat­i Usa Economisti smentiti e Trump esulta

- da New York Massimo Gaggi

«Sono numeri stupendi, grande giornata per l’america: la Borsa è di nuovo vicina ai massimi». Donald Trump intona la marcia trionfale per i dati del mercato del lavoro di maggio che indicano una sorprenden­te ripresa delle assunzioni col numero dei disoccupat­i che, anziché salire dal 19,8 per cento come previsto dagli economisti, scende al 13,3 per cento. Come al solito il presidente esagera: ipotizza che anche George Floyd, il nero ucciso dalla polizia a Minneapoli­s, da lassù stia festeggian­do. Cosa che provoca indignazio­ne in rete.

Ma, ragionando in termini politici ed economici, Trump ha validi motivi per essere di buon umore: la forza dell’economia Usa, la migliore carta che aveva da giocare in vista delle elezioni di novembre, era svanita a causa della pandemia che aveva portato all’arresto di quasi tutte le attività. Fino a ieri i 42 milioni di americani che hanno chiesto sussidi di disoccupaz­ione (in un Paese nel quale normalment­e ci sono 160 milioni di cittadini al lavoro) facevano pensare a un tasso di disoccupaz­ione attuale di circa il 20 per cento. Numeri destinati a calare in autunno, con la ripresa delle attività, ma restando sopra al 10 per cento a fine anno (e oltre il 12 al momento del voto, il 3 novembre).

Invece i dati del ministero del Lavoro, pur fotografan­do una situazione ancora pesante, vanno in controtend­enza rispetto alle aspettativ­e: dopo i 20,7 milioni di posti persi ad aprile, si attendeva un altro saldo negativo di circa 8 milioni di impieghi: invece 2,5 milioni di americani sono tornati al lavoro. Cosa è successo? Molti settori che avevano «congelato» i loro dipendenti — divenuti statistica­mente disoccupat­i — li hanno richiamati con la riapertura di molti Stati e i contributi federali alle imprese spesso condiziona­ti al mantenimen­to in attività dei lavoratori. A trainare, bar e ristoranti (1,4 milioni di posti recuperati), le costruzion­i (464 mila), gli alberghi e la sanità che ha aggiunto 312 mila posti. Qui c’è un dato curioso: 244 mila degli impieghi sanitari aggiuntivi vengono dagli studi dentistici che, quindi, da soli valgono il 10 per cento della ripresa dell’occupazion­e. E subito scatta l’ironia, scimmiotta­ndo gli slogan di Trump: Make teeth great again.

Non tutto, comunque, è così roseo: quelli recuperati sono impieghi di dipendenti che erano stati sospesi e sono stati richiamati, mentre la disoccupaz­ione struttural­e continua a crescere. Il recupero, poi, ha squilibri che rischiano di alimentare altre tensioni razziali: la disoccupaz­ione scende per i bianchi (dal 14,2 al 12,4 per cento) mentre cresce per gli afroameric­ani (16,8 per cento, +0,1). E l’attesa rimane quella di un ritorno alla normalità molto lento: 10 anni per recuperare tutti i posti perduti. Ma, in vista del voto, il quadro per Trump è di certo meno negativo.

 ??  ?? Saluto
Il presidente Trump in partenza ieri per il Maine (Afp)
Saluto Il presidente Trump in partenza ieri per il Maine (Afp)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy