Mettete dei fiori sui vostri costumi
C’è voglia di tenerezza, tornano i modelli alla Marilyn, da portare non solo in spiaggia Nuovi tessuti riciclati, antivirali e antibatterici
Voglia di tenerezza. I costumi fioriti e a tinte rassicuranti si impongono su tutti i trend di quest’inedita estate «distanziata» che ci obbliga a un galateo della vacanza, più educata e quindi anche più attenta all’abbigliamento. La beach couture indica il nuovo concetto di costume: sempre più capo da fuori-acqua, non solo da vacanza, ma anche complemento per la città. Uno stile essenziale dal designer grafico che privilegia i classici bianco e nero e i toni saturi, dal senape al cioccolato, dal rosa al celeste. Il due pezzi Anni ’60, da diva senza sforzo, alla Marilyn, è la tendenza. Basta una gonna lunga infilata sopra ed ecco creato il look per l’aperitivo a bordo piscina (Blumarine). Il corpetto è protagonista, anche monospalla, da abbassare durante l’esposizione al sole. Dolce&gabbana s’ispirano al due pezzi più famoso di tutti i tempi, il «Dr. No–bikini» sfoggiato nel 1962 da Ursula Andress in Agente 007—Licenza di uccidere e lo riempiono di rose delicate per le vacanze che hanno ribattezzato «blooming esplosion». «Sono convinta che in questo momento non c’è nulla di più rassicurante dei fiori», interviene Raffaela D’angelo, designer di beachwear, che confeziona con materiali realizzati in esclusiva dai tessutai comaschi: «Mi hanno svelato che le stampe botaniche e i colori pastello sono richiesti dalle griffe anche per il 2021: c’è bisogno di dolcezza». Non si nasconde tuttavia le difficoltà: «Il costume è un prodotto stagionale. Abbiamo perso la pre-collezione e ora usciremo con un solo lancio, ma io resto ottimista. E avverto un grande orgoglio: avevo disegnato un costume intero con la scritta Made in Italy dorata, ricamata per le Olimpiadi poi annullate. L’ho postato sui social con l’hashtag #compriamoitaliano e sono piena di richieste».
«Ci aspetta una rivoluzione sul modello di acquisto — racconta Umberto Amato, esperto del settore —. Il consumatore è a caccia di tracciabilità ed etica. La crisi ci ha insegnato a leggere le etichette. E questo atteggiamento apre un grande futuro per i produttori italiani che lavorano su qualità e ricerca». Cita le aziende virtuose. «Lo storico Maglificio Ripa con sede tra Cremona, Lodi, Milano e Bergamo — in piena zona rossa — non si è fermato mai e in collaborazione con l’israeliana Nilit Fibers e la giapponese Asahi Kasei ha messo a punto un tessuto fatto con gli scarti di produzione, interamente riciclato, compresa la parte elastica, la più inquinante. A qualche decina di chilometri, a Olgiate Comasco, la Tessitura Taiana ha brevettato un filato antivirale e antibatterico con trattamento idrofobico che fa scivolare l’acqua. Contemporaneamente ha lanciato il tessuto jacquard con filo luminescente: si carica con la luce e si illumina sotto le stelle». Il futuro della moda è segnato, nessuno si chiama più fuori. Il colosso di fast fashion H&M, in collaborazione con Women + Waves — comunità di surf per sole donne fondata nel 2017 in Cornovaglia per ispirare la solidarietà femminile — ha lanciato la collezione di capi adatti a cavalcare le onde con materiali di provenienza sostenibile, tra cui poliammide riciclata, poliestere riciclato e cotone organico.
Il costume è un simbolo di libertà e benessere e anche scegliere il modello adatto al proprio corpo aiuta: «Il più facile è la mutandina media, di 3 centimetri — spiega D’angelo —. Quella alta invece è adatta a chi ha il busto lungo, le silhouette a mela sono penalizzate, ma si può sempre arrotolare».