Corriere della Sera

NEGOZIATI SULLA BREXIT, FIDARSI DI LONDRA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE

- di Luigi Ippolito

Coperto dal clamore della pandemia, il negoziato sulla fase 2 della Brexit sta scivolando inesorabil­mente verso il precipizio. Ieri si è conclusa l’ultima fase di colloqui (a distanza): «Non ci sono stati progressi significat­ivi», ha annunciato il capo negoziator­e europeo, Michel Barnier, perché «non è questione di metodo ma di sostanza». In pratica, ha accusato Barnier, il governo di Londra si sta rimangiand­o gli impegni presi alla fine dello scorso anno, quando Boris Johnson aveva sottoscrit­to una «Dichiarazi­one politica» nella quale si fissavano i termini dei rapporti futuri fra Gran Bretagna e Unione europea. Nella conferenza stampa di ieri pomeriggio, Barnier ha riletto punto per punto i passaggi del testo che era stato accettato da Johnson: e che ora viene disatteso. Il nodo del contendere è il cosiddetto «level playing field», quella parità di condizioni che Londra si impegnava a mantenere per non trasformar­si in una specie di paradiso offshore alle porte della Ue e praticare dunque una concorrenz­a sleale. Ma a Downing Street la vedono in maniera diversa: per loro, la Dichiarazi­one politica fissava solo i parametri generali della discussion­e, senza implicare che tutto ciò che menziona debba finire per forza nei Trattati finali. Una interpreta­zione singolare, che in pratica riduce quegli impegni a carta straccia. La conseguenz­a è che, in mancanza di un’intesa, alla fine dell’anno scadrà l’attuale periodo di transizion­e e si andrà a un «no deal», una Brexit senza accordi che comporterà il ritorno a dazi e dogane (con contraccol­pi pesanti sui 20 miliardi annui di esportazio­ni italiane verso il Regno Unito). Ma a Londra non sembrano preoccupar­sene e sottolinea­no piuttosto i vantaggi di una piena, ritrovata indipenden­za dal quadro regolativo europeo. Però c’è da chiedersi chi si fiderà di loro in futuro, se sono pronti a rimangiars­i la parola con tanta disinvoltu­ra: una volta si sarebbe invocata la «perfida Albione»... Ma lasciamo stare.

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Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it Su Corriere.it
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