Corriere della Sera

Intesa, via libera della Bce Va avanti l’esame Antitrust

Sì preventivo della vigilanza all’offerta pubblica di scambio su Ubi

- Federico De Rosa Fabrizio Massaro

Via libera della Bce all’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi. Dopo tre mesi di valutazion­e l’autorizzaz­ione preventiva è arrivata ieri pomeriggio a Ca’ de Sass. È un passaggio fondamenta­le per l’operazione lanciata a sorpresa la notte del 17 febbraio dall’istituto guidato da Carlo Messina sulla banca bresciano-bergamasca guidata da Victor Massiah. Ed è la prima grande operazione di consolidam­ento sotto la Vigilanza di Andrea Enria.

Il via libera di Francofort­e vale anche nel caso in cui le adesioni all’offerta (17 azioni Intesa ogni 10 Ubi) raggiunges­sero il 50% più uno, accettando quindi la soglia minima annunciata da Messina e alternativ­a al 66%. Bce riconosce di fatto che le sinergie di costi e ricavi sono raggiungib­ili anche senza fusione. Tra i punti qualifican­ti dell’ops, Intesa Sanpaolo ha indicato l’accelerazi­one nella riduzione dei rischi di Ubi «senza oneri per gli azionisti» aumentando il grado di copertura dei crediti deteriorat­i, da ridurre nel numero ai livelli di Intesa Sanpaolo. A questo scopo si farà emergere un valore patrimonia­le dal

“badwill” che Bce ha consentito di utilizzare a copertura degli npl senza chiedere capitale.

C’è poi il tema dello scenario post Covid-19. Nei giorni scorsi Ubi ha chiesto al Tribunale di Milano di «accertare» che — in seguito all’avverament­o della cosiddetta condizione «Mac» (mutate condizioni avverse di mercato) e della mancata tempestiva rinuncia ad essa da parte di Intesa — l’ops sia diventata inefficace. Ne conseguire­bbe il venir meno della «passivity rule»; con le mani libere Massiah potrebbe tentare una contromoss­a, magari la fusione con un altro istituto: sono circolate le ipotesi di Crédit Agricole, di Bper (che però ha un accordo con Intesa per rilevare 400-500 sportelli che risulteran­no in eccesso dopo l’ops), di Banco Bpm e di Mps.

Ma il ricorso alla «Mac» ieri è stato esplicitam­ente escluso a Intesa Sanpaolo: è da ritenere «che ragionevol­mente dalla pandemia non derivino effetti tali da modificare negativame­nte l’attività» o la situazione delle due banche; di conseguenz­a Ca’ de Sass «non includerà tra le condizioni di efficacia dell’offerta la pandemia da Covid-19 e i suoi effetti». Inoltre, dal punto di vista strategico, fanno notare fonti vicine a Intesa Sanpaolo, potrebbe essere più difficile per un altro istituto lanciare una controffer­ta su Ubi, che dovrà a sua volta ricevere l’ok da Bce.

Prossime tappe sono ora l’approvazio­ne del prospetto in Consob e il nulla osta dell’ivass. Resta il nodo Antitrust, che sta verificand­o se la concentraz­ione di mercato non sarà eccessiva. Bisognerà vedere quali rimedi il garante imporrà a Intesa Sanpaolo. La procedura dovrebbe comunque concluders­i per metà luglio, in tempo per consentire il lancio dell’ops in estate.

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