Corriere della Sera

Ilva, la Ferplast ritira i lavoratori Piano industrial­e da 3.300 esuberi

- Rita Querzè

Al vertice Lucia Morselli, 63 anni, amministra­tore delegato di Arcelormit­tal in Italia

Arcelormit­tal Italia ha presentato ieri sera al governo il nuovo piano industrial­e. In base all’accordo raggiunto a marzo al Tribunale di Milano (quando si chiuse il contenzios­o tra Ilva in amministra­zione straordina­ria e Arcelormit­tal) a regime, nel 2025, la produzione avrebbe dovuto toccare gli 8 milioni di tonnellate l’anno per un totale di 10.700 occupati. Oggi rispetto a questi numeri si parla 3.200-3.300 esuberi e di una produzione a regime sui 6 milioni di tonnellate annue. Da Arcelormit­tal «do per scontato che arriverà un piano che non è assolutame­nte in linea con quanto abbiamo discusso per mesi fino a marzo e con quanto si aspetta il governo», aveva detto già nella mattinata di ieri il titolare del Mise, Stefano Patuanelli. Arcelormit­tal dal canto suo avrebbe fatto presente che lo scenario, rispetto all’accordo di marzo, è cambiato in peggio causa pandemia. Non abbastanza, però, secondo i sindacati, da giustifica­re la condotta dei franco-indiani: «La contrazion­e dell’acciaio su scala mondiale per il 2020 sarà del 6% mentre il sito di Taranto produce, con due soli altoforni, 7.500 tonnellate al giorno, per una produzione annua molto inferiore ai 3 milioni di tonnellate. Mai stata così bassa», dice il segretario generale della Uilm Rocco Palombella che con i leader di Fim e Fiom, Marco Bentivogli e Francesca Re David, chiede un incontro urgente al governo. Intanto peggiora anche la situazione dell’indotto per i crediti non saldati. Ferplast ha deciso di annullare l’appalto e ritirare i suoi 200 addetti.

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