Ecco l’italia dei Festival
Da Bellucci a Castellitto, da Muti a Sandrelli: i volti coinvolti nella ripartenza Tanta lirica e spettacoli ispirati al dramma del virus Le rassegne di prosa proporranno perlopiù monologhi
L’Italia dei Festival (cioè di spettacoli che soltanto lì, in quel contesto, si possono vedere e ascoltare) si rimette in moto, in maniera cauta, rispettando le norme sanitarie e il vincolo dei 1.000 spettatori per spettacoli all’aperto, ridisegnando programmi, date e luoghi. Ma c’è voglia di buttare il cuore oltre l’ostacolo.
Il primo è il Ravenna Festival che il 21 giugno, alla Rocca Brancaleone (300 posti), presenta un concerto di Riccardo Muti: il direttore, con l’orchestra «Cherubini», sarà il simbolo concreto della rinascita, due concerti nella «sua» Ravenna, poi il 5 luglio a Paestum, e chiuderà il 30 agosto il Festival di Spoleto.
Ravenna ha l’offerta più poderosa con 40 eventi, da Valery Gergiev a Ivan Fischer fino a spettacoli che rispecchiano il dramma del coronavirus: ballerini coppie d’arte e di vita di Berlino e Amburgo essendo congiunti potranno danzare senza distanziamento. Sergio Castellitto e Isabella Ferrari vivono un amore virtuale durante il lockdown, il 9 luglio. Ci sono giorni che non accadono mai, su musica inedita di Ennio Morricone (l’autore è chi scrive questo articolo): lo spettacolo verrà replicato il 10 al Festival pucciniano di Torre del Lago, che col nuovo direttore Giorgio Battistelli si apre alla prosa (c’è nei 30 eventi anche la concittadina Stefania Sandrelli); qui la regista Valentina Carrasco il 27 giugno ambienta Gianni Schicchi, i parenti di Buoso Donati, in mascherina e guanti, sospettano che egli sia morto per il virus.
I Festival hanno dovuto subire un ridimensionamento, pochi quelli che offrono lirica in forma compiuta, con azione e costumi (il valore aggiunto), e la regia creata in funzione dello spazio scenico: oltre Torre del Lago, l’opera di Roma (il Rigoletto diretto da Daniele Gatti con regia di Damiano Michieletto il 16 luglio al Circo Massimo), Spoleto (l’orfeo di Monteverdi con regia di Pizzi e diretto da Ottavio Dantone), Rof di Pesaro (La cambiale di matrimonio di Rossini), Macerata (Don Giovanni «di» Davide Livermore, Martina Franca (Arianna a Nasso diretta da Fabio Luisi in una versione in italiano con regia di Walter Pagliaro).
Napoli dà appuntamento dal 21 al 26 luglio in piazza del Plebiscito: due opere in forma di concerto con cast di primo livello, Tosca con Anna Netrebko, Yusif Eyvazov e Ludovic Tézier, sul podio Juraj Valchua; Aida con Jonas Kaufmann, Anita Rachvelishvili e Anna Pirozzi, direttore Michele Mariotti. L’arena di Verona, sperando nella deroga per 3.000 spettatori, ha concerti da Domingo a Oropesa.
Il Festival di Spoleto è all star, benché da tre settimane scenda a otto giorni in agosto (20-23; 27-30), in piazza Duomo e al Teatro Romano (capienze di 400 e 250 posti): Monica Bellucci in uno spettacolo dedicato a Maria Callas, I Messaggeri con regia di Emma Dante, La sirena di Tomasi di Lampedusa per Luca Zingaretti, la pianista Beatrice Rana e la chiusura con Muti.
Le rassegne di sola prosa saranno una raffica di monologhi. Così dal 16 giugno nel chiostro del Piccolo di Milano da Gabriele Lavia a Massimo Popolizio, mentre il Teatro Greco di Siracusa (limitato a 480 posti) dal 10 luglio propone «Per voci sole», Claudio Santamaria, Laura Morante, Luigi Lo Cascio, Lunetta Savino, Isabella Ragonese. Il Napoli Teatro Festival a Palazzo Reale annuncia da Silvio Orlando a Vinicio Marchioni e
Jan Fabre. Lo Stabile di Torino presenta un’estate coraggiosa al Carignano «ripensato» per 200 posti, con ben 70 recite di drammaturgia contemporanea, da Fo a Pinter.
Ma quanto valgono economicamente gli spettacoli dal vivo? Producono lo 0,18 del Pil, e dal Fondo unico statale ottengono lo 0,018, cioè dieci volte in meno. Secondo l’istituto di ricerca Makro, ogni euro speso ne genera di indotto sul territorio 2,5. Quanto alle perdite durante il lockdown, gli incassi da marzo a maggio di musica classica e leggera, teatro e danza sono stati 162 milioni, ma con una proiezione fino al 15 giugno (giorno della riapertura) saranno 171, pari a 27 milioni di spettatori perduti. «Tornano a incontrarsi artisti e pubblico, è una grande opportunità per il turismo culturale — dice il presidente di Italiafestival Francesco Perrotta — ogni festival ha in media un budget di 1 milione di euro, e ricordiamo che 24 milioni di spese di gestione innescano 41 milioni di produzione e 19 di valore aggiunto».