Tangenti, doping ed elezioni farsa così Ajàn tiranneggiava sui pesi
Smascherato da Mclaren: in 45 anni ha intascato 18 milioni
«Più che monarchie assolute, alcune federazioni sono autocrazie autoritarie». Parole dell’avvocato canadese Richard Mclaren, massimo esperto di frodi sportive al mondo, che giovedì scorso, dopo sei mesi di inchiesta, ha pubblicato il «Rapporto di Investigazione sulla Federazione Sollevamento Pesi». La Iwf, 115 anni di storia, 188 nazioni affiliate, esce da 45 anni di dittatura (1975-2020) in cui un solo uomo l’ha portata alla rovina appropriandosi di almeno 18 milioni di euro, stornando i fondi del Cio destinati allo sviluppo dell’attività, ricattando atleti e dirigenti e facendo mercato dei controlli antidoping. Tamás Aján, alias il Tiranno, 82 anni, ungherese, nell’ultimo ventennio è stato anche membro del Cio e dell’agenzia Mondiale Antidoping senza che nessuno battesse ciglio. Lui capace, tra mille altre cose, di occultare la
La firma Tamas Ajan, presidente della Federazione sollevamento pesi, firma la ricevuta delle mazzette al ristorante tripla positività al doping di un pesista azero, nel 2013, incassando 440 mila euro cash per il servizio e una mail di ringraziamento dal presidente della repubblica dell’azerbaigian, Ilham Aliyev.
Del modus operandi di Aján tutti sapevano tutto: a portarlo sul banco degli imputati c’è riuscito Antonio Urso, presidente della federazione italiana, raccogliendo estratti conto, testimonianze e mail che ha inoltrato a Mclaren. Tamás Aján aveva trasferito la sede federale dalla Svizzera alla sua Budapest e, per avere mano libera, ridotto a zero i bonifici bancari.
Sui tre conti svizzeri federali arrivavano solo i milioni del Cio, subito trasferiti in Ungheria. Il resto era cash, denaro liquido che Aján, un diplomato in educazione fisica mai stato atleta, incassava personalmente firmando ricevute copiative come se gestisse una lotteria di beneficenza. L’investigatore Mclaren ha rintracciato matrici per sei milioni di euro e tracce per altri quattro, ma la somma volatilizzata si aggira tra i 18 e i 23 milioni.
Ancora terrorizzate dal Tiranno, 19 delle 20 federazioni nazionali coinvolte non hanno collaborato all’inchiesta. Con uno sport flagellato dall’abuso di farmaci, Aján aveva escogitato un trucco geniale: monetizzava il doping. Se avevi soldi pagavi (tanto) per non farti controllare, pagavi per cancellare le positività, pagavi, dopo la fine della squalifica (600 casi in 10 anni), per