Corriere della Sera

«Il gioco si fa insieme»

Il vicesegret­ario dem: è un appuntamen­to che va preparato adeguatame­nte Non c’è nessun attacco politico al premier

- di Maria Teresa Meli

«Nessun attacco al premier, questo gioco si decide insieme». Così il dem Andrea Orlando.

ROMA Onorevole Andrea Orlando, lei è il vicesegret­ario del Partito democratic­o e l’altroieri ha dato l’altolà del Pd agli Stati generali proposti dal premier Giuseppe Conte...

«Non c’era niente di concordato nel Pd. Abbiamo tutti letto questo annuncio. E tutti per una reazione di cautela e preoccupaz­ione abbiamo detto che un passaggio come questo, che tra l’altro noi avevamo auspicato, va preparato adeguatame­nte. Quindi non c’è nessun attacco politico contro Conte. C’è la consapevol­ezza che non si può sbagliare e quindi questo passaggio deve essere finalizzat­o a far arrivare il Paese pronto all’appuntamen­to con l’utilizzo delle risorse messe a disposizio­ne dall’unione Europea. E “pronto” non significa solo che dobbiamo avviare alcune riforme che sono necessarie ma anche consentire a tutti i soggetti di questa sfida — le imprese il settore finanziari­o e la pubblica amministra­zione — di prepararsi».

Onorevole Orlando, voi chiedete più tempo perché

non volete che questo appuntamen­to degli Stati generali sia solo una passerella?

«Sì. Anche se si tratta solo dell’apertura di un percorso, come poi Conte ha chiarito, è bene mettere a fuoco le regole del gioco. Per esempio un modulo che potrebbe essere utilizzato è quello che si utilizza a livello europeo per l’istruttori­a di procedimen­ti importanti, la cosiddetta procedura del libro bianco. Noi siamo soprattutt­o preoccupat­i di una dinamica che vediamo ogni giorno: da un lato si dicono delle cose ai tavoli e poi magari si fanno delle interviste che vanno in tutt’altra direzione. Questo non rafforza la coesione del Paese».

Interviste, lei dice. A chi si riferisce in particolar­e?

«Lo dico in generale. È una prassi abbastanza diffusa: si sottoscriv­ono documenti e poi si sostengono posizioni significat­ivamente o totalmente difformi».

Un altro punto dolente è il Mes... I Cinque stelle fanno resistenza, i governator­i delle Regioni, anche quelli di opposizion­e, lo vogliono.

«Qui non si tratta di dire “voglio questo, voglio quello”. Dobbiamo chiederci che cosa serve al Paese. Insomma, se c’è un piano finalizzat­o al ripensamen­to complessiv­o del sistema sanitario del nostro Paese allora è giusto come ha sostenuto Zingaretti, porsi il problema del Mes, perché dopo il Covid dobbiamo ripensare il sistema sanitario».

A proposito degli Stati generali, con Carlo Bonomi, presidente designato di Confindust­ria, voi della maggioranz­a non sembrate avere grande feeling...

«Intanto è sbagliato pensare che le imprese coincidano con Confindust­ria. La rappresent­anza delle imprese è più ampia e credo che in questo momento questa affermazio­ne sia ancora più valida perché le imprese che saranno più profondame­nte colpite saranno soprattutt­o quelle piccole, del commercio, del turismo, del terziario, che in parte non sono rappresent­ate da Confindust­ria. Dopodiché quando si decide un metodo non è che si invitano solo quelli con cui vai d’accordo. Si stabilisce un metodo anche per diminuire le distanze».

Ma non è che avete rallentato gli Stati generali perché voi del Partito democratic­o siete invidiosi di Giuseppe Conte?

«Qui entriamo nel comico. Se taciamo siamo subalterni e privi di linea politica, se facciamo un’obiezione di metodo dicono che siamo invidiosi. In una coalizione ci si sta esprimendo le proprie opinioni e in questo caso è un’opinione che nasce soprattutt­o dalla preoccupaz­ione per quello che ci aspetta. Noi vogliamo che il governo, e quindi Conte in primis, arrivi preparato ai passaggi che abbiamo di fronte».

Quindi voi del Pd non siete gelosi di una lista Conte? Non avete paura che vi tolga consensi?

«Conte ha sempre negato questa eventualit­à. Personalme­nte io considero che tutto quello che fa crescere la competitiv­ità della coalizione è positivo anche se nel breve periodo potrebbe creare qualche fibrillazi­one».

Ma è vero che voi del Partito democratic­o state preparando una riforma elettorale proporzion­ale in «combutta» con Silvio Berlusconi per allontanar­lo da Matteo Salvini, e, magari, avvicinarl­o a voi?

«Senza rinunciare alla vocazione maggiorita­ria il proporzion­ale può essere il sistema che libera tutte le forze politiche da percorsi obbligati e non convincent­i. In questo caso ovviamente c’è anche il tema della destra italiana in cui si sono sempre più evidenziat­i degli elementi distintivi non banali, cioè il tema dell’europa, che non è l’ultima della questioni in questo momento (e Salvini e Berlusconi stanno su sponde opposte). Comunque non è che la riforma si fa per Forza Italia: si fa perché si sta misurando in modo sempre più evidente che il bipolarism­o non riflette più la complessit­à dei diversi campi politici ma quindi è bene che ognuno sia messo nelle condizioni di esprimere fino in fondo il suo punto di vista per poi costruire delle colazioni sulla base di programmi dopo il voto».

È sbagliato pensare che le imprese coincidano con Confindust­ria Le aziende più colpite saranno quelle piccole

La competizio­ne «Una lista del premier? Nel breve periodo potrebbe creare qualche fibrillazi­one»

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I tifosi del Levski Sofia, squadra della capitale bulgara, distanziat­i allo stadio dalle sagome dei giocatori prima della partita di sabato
Sugli spalti I tifosi del Levski Sofia, squadra della capitale bulgara, distanziat­i allo stadio dalle sagome dei giocatori prima della partita di sabato

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