Corriere della Sera

Slogan, canti e balli per Floyd La protesta di Washington

La protesta riempie Washington. Polizia senza precedenti: neri, bianchi e tanti ragazzi

- di Massimo Gaggi e Giuseppe Sarcina

La più grande marcia contro il razzismo ha attraversa­to Washington. I manifestan­ti hanno sfilato nella capitale per protestare contro l’uccisione dell’afroameric­ano George Floyd causata da un poliziotto. Casa Bianca blindata.

Migliaia di giovani hanno marciato, gridato, ma anche cantato e ballato nelle strade di Washington. Nella notte italiana, mentre le manifestaz­ioni sono ancora in corso, si tenta un primo bilancio. La protesta è stata imponente, ma il numero dei partecipan­ti sembra lontano da quel milione atteso alla vigilia. Ci si attendeva una testimonia­nza corale a quasi due settimane dall’uccisione di George Floyd a Minneapoli­s, schiacciat­o dal ginocchio e dal peso del poliziotto Derek Chauvin. E ci si aspettava anche una risposta poderosa alla versione trumpiana della linea dura, «law and order».

Al di là dei numeri, questa testimonia­nza e questa risposta ci sono state. Non solo a Washington, ma in tante altre città, da Chicago a Philadelph­ia.

Nella capitale la giornata non ha avuto un’unica regia. Si è anzi spezzettat­a in 11 iniziative non coordinate. La prima alle ore 12 (le 18 in Italia) , con partenza davanti al Lincoln Memorial. L’ultima alle 21 (le tre di notte), organizzat­a dall’associazio­ne Black Lives Matter. In mezzo ecco i raduni della Black Law Students Associatio­n, dei Freedom Fighters DC, dei movimenti Migration Matters e Refuse Fascism; delle Queer and Trans; dei «Concerned Citizens of DC», «cittadini preoccupat­i». E così via.

La lunga lista delle organizzaz­ioni spiega perché questa ondata non abbia ancora una leadership strutturat­a e riconoscib­ile. È piuttosto uno sciame che ora si addensa e ora si assottigli­a; con i giovani a fare la spola da una parte all’altra. La comunità afroameric­ana dà il tono, ma ci sono tanti bianchi e soprattutt­o tante teenager, studentess­e per lo più. Alcune di loro sono alla prima uscita. Altre hanno dato una mano nei mesi scorsi al senatore Bernie Sanders.

Le autorità federali hanno sigillato il cuore della città, chiudendo alle auto un lungo rettangolo che ha come baricentro la Casa Bianca. Ad ogni incrocio, e quindi circa ogni cento metri, c’è un blindato della Guardia Nazionale, affiancato da auto della polizia, dai Servizi Segreti. Sono stati chiamati in servizio persino gli agenti della Dea, l’agenzia anti droga federale. In totale

almeno 5 mila tra agenti e militari presidiano le strade.

Nella notte tra giovedì e venerdì scorso i reparti della Park Police hanno montato reti di protezione lungo il perimetro della Casa Bianca rimasto scoperto. Sono barriere alte circa 2,5 metri, incastrate su una base di cemento. È un «effetto fortezza» che scende fino al parco che separa il South Portico dalla Constituti­on Avenue, l’arteria che costeggia la Mall. Lo spazio, la proiezione verso l’esterno della residenza presidenzi­ale non sono casuali. George Washington diede mandato a una commission­e di architetti di costruire istituzion­i «aperte al popolo».

Ecco perché colpisce vedere la Casa Bianca blindata: un’altra prova di forza di Donald Trump.

A metà giornata, per fortuna, tutto sembra filare liscio. Nessun incidente, nessun arresto. «Situazione molto pacifica», commenta un sottuffici­ale della polizia, alla guida del gruppo di agenti in bici incaricati di sorvegliar­e l’incrocio della 16esima, uno dei punti più delicati. A cento metri dalla sua postazione si staglia la recinzione che chiude il Parco Lafayette, la via d’accesso alla Casa Bianca. Qui lunedì 1 giugno Trump aveva fatto sgomberare la folla dalla polizia a cavallo e poi si era messo in posa, impugnando la Bibbia, davanti alla St.john’s Episcopal Church.

Per tutta risposta venerdì 5 giugno la sindaca di Washington, Muriel Bowser, aveva autorizzat­o una squadra di artisti a dipingere la scritta «Black Lives Matter» a caratteri cubitali gialli sull’asfalto. Un’iniziativa destinata a durare, perché «Black Lives Matter Square» è anche il nuovo nome di questo luogo. Ed è proprio qui che si è chiuso il programma. Con una festa.

 ??  ?? La folla di manifestan­ti che dal Campidogli­o ha raggiunto la Casa Bianca durante la protesta contro la polizia accusata di razzismo per la morte di Floyd
La folla di manifestan­ti che dal Campidogli­o ha raggiunto la Casa Bianca durante la protesta contro la polizia accusata di razzismo per la morte di Floyd
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? In strada
A destra, l’assedio dei manifestan­ti di Washington verso la Casa Bianca; sopra la piazza appena intitolata a Black Lives Matter; in alto un momento della protesta a New York
In strada A destra, l’assedio dei manifestan­ti di Washington verso la Casa Bianca; sopra la piazza appena intitolata a Black Lives Matter; in alto un momento della protesta a New York
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy