IL PREMIER
Come va l’accerchiamento? «Quale?». Il suo, presidente. «Non credo. Non mi pare di essere accerchiato più di quanto lo fossi nella prima fase. In tutti questi mesi ho sentito dire in continuazione: Conte cade, Conte cade. Fa parte del gioco, ho imparato a non meravigliarmi. Ma come si vede e si vedrà, non è così». Giuseppe Conte tradisce la soddisfazione tipica dei sopravvissuti. Le ultime ore hanno consegnato l’immagine di un presidente del Consiglio contestato dalla propria maggioranza, quasi alle corde. Criticato soprattutto per il modo estemporaneo col quale avrebbe impostato e imposto l’idea degli Stati generali dell’economia: un titolo pomposo per dare corpo alla fase due o tre, circondato da una coltre di scetticismo e di malcelata irritazione per il protagonismo attribuito al premier. Ma la fase che dovrà definire le capacità del governo e della sua maggioranza di far ripartire l’italia dopo l’emergenza da Coronavirus è comunque iniziata. E Conte sostiene di lavorarci da tempo.
A fine giornata, parlando al telefono dalla sua auto, sembra più tranquillo. Un filo di
Sono anni che è all’ultimo giro e da anni questo giro non finisce mai. Così doveva succedere che il fondatore del centrodestra arrivasse a dire «mi trattano meglio quelli di sinistra». E con «quelli di sinistra» Berlusconi parla ormai frequentemente e direttamente, a volte senza nemmeno il filtro di Gianni Letta. Con Zingaretti e Franceschini discute questioni di governo e di legge elettorale. Con Speranza ha stabilito un rapporto nei giorni più drammatici della pandemia, e ha avuto verso di lui parole di conforto quando ha saputo che il ministro della Salute stava accusando il contraccolpo dello stress: «Non attaccatelo — ha detto ai dirigenti di Forza Italia — perché è una persona seria e ha una buona scuola politica». Siano «comunisti» o «grillini» per il Cavaliere poco cambia, visto che ha legato anche con il ministro dello Sport, Spadafora, durante la vertenza sul calcio.
Lui chiama «quelli» e «quelli» chiamano lui. Così dall’esilio sanitario vive lusingato questa ritrovata centralità. E sebbene pensi davvero di poter aspirare al Colle, non ha smarrito la ragione dinnanzi alle effusioni dei rivali. Come ha sempre fatto, continua a tenere il piede in tante staffe, applicando la doppiezza togliattiana in una versione più aggiornata. Anche perché, se l’impero politico è perduto resta