I disoccupati? L’errore nelle statistiche
Contrordine: la disoccupazione Usa non è scesa a maggio al 13,3 per cento come comunicato trionfalmente ieri, spingendo Donald Trump, bisognoso di buone notizie economiche in vista delle elezioni di novembre, a parlare di numeri stupendi. Il ministero del Lavoro ha commesso un errore nella ripartizione dei cittadini nelle categorie statistiche disegnate dai suoi uffici. Il numero reale dei non occupati è stato sottostimato del 3%: dunque la disoccupazione negli Stati Uniti è al 16,3%, non al 13,3. Il miglioramento rispetto al mese precedente rimane ed è sensibile (gli statistici avevano commesso lo stesso errore ad aprile quando avevano stimato al 14,7 % una disoccupazione che, invece, ora è stata portata al 19,7). È lo stesso Department of Labor a comunicare l’errore in una piccola nota in fondo al comunicato emesso ieri, centrato sui 2,5 milioni di americani tornati al lavoro (dato reale) e sul 13,3% di disoccupazione (dato errato). Non ci sono elementi che facciano pensare a una forzatura voluta. In pratica, milioni di lavoratori bloccati dal virus sono stati classificati come «assenti dal lavoro per motivi vari» anziché «temporaneamente disoccupati». Il caso conferma la complessità delle statistiche del lavoro Usa: non solo non paragonabili con quelle europee, ma anche diversamente interpretabili. Un labirinto nel quale si può trovare spazio per manovre mediatiche: curioso che si dia come notizia principale un dato sbagliato avvertendo solo nelle note che è in corso una sua revisione.