Sgarbi salvato dalla figlia «Stavo annegando»
Travolto da un’onda
Ora ci scherza su: «Sono salvo grazie a mia figlia Alba, studentessa universitaria e autrice di un soccorso da baywatcher professionista». Però ammette: «Me la sono vista brutta. E se non ci fosse stata lei non so come sarebbe finita...». Le immagini di un video ripreso venerdì pomeriggio sono eloquenti. E piuttosto drammatiche. Vittorio Sgarbi — in questi giorni in Albania per un tour a metà tra vacanza e viaggio di cultura — sta facendo un bagno in mare. Il cielo è plumbeo ma l’acqua davanti alla bella spiaggia di Palasë — a Sud, non lontano dal confine con la Grecia — è invitante e sulle prime sembra calma.
Ma in pochi secondi i cavalloni s’ingrossano, ne arrivano quattro o cinque ravvicinatissimi. Fanno paura, sono violenti. Travolgono il sessantottenne critico d’arte e deputato di centrodestra che letteralmente scompare tra i flutti. «Ho cercato di risollevarmi, ma un’altra onda mi ha tirato giù. Non sapevo come uscirne, una sensazione bruttissima, da incubo». Provvidenziale a questo punto è stato l’intervento di sua figlia Alba che ha 22 anni, vive a Roma ed è nata da una passata relazione che Sgarbi ha avuto con una cantante lirica albanese.
La ragazza — studentessa alla Bocconi — è sulla battigia, indossa i jeans e non pensa certo a un bagno fuoriprogramma. Ma quando si rende conto che papà è in pesantissima difficoltà non esita a fiondarsi in mare. Vittorio è sotto choc sott’acqua e in balia del fortissimo risucchio che lo sta trascinando al largo. Alba, sbracciandosi e chiedendo aiuto, «si è avvicinata, tendendomi la mano e riportandomi a riva», racconta ancora Sgarbi.
Nel frattempo dal vicino resort «Green Cost» — dove qualcuno ha ripreso la scena — arrivano di corsa due bagnini che aiutano padre e figlia sorreggendoli e concludendo la concitazione di quegli istanti con un «happy end». Il critico d’arte — rientrato in Italia ieri sera — era in Albania da un paio di giorni dopo aver ricevuto un invito dal premier Edi Rama, quello che ha commosso l’italia inviando una squadra di medici a Bergamo all’avvio della pandemia. «Abbiamo scambiato qualche opinione sul Coronavirus — spiega adesso Sgarbi — e lui ha apprezzato il mio scetticismo sull’utilità del lockdown. Poi mi ha detto: “vieni, parliamone. Ma soprattutto visita la grande bellezza albanese”». Il critico ha approfittato della trasferta per una puntata al Museo nazionale di Tirana, attratto dai tesori nascosti nei depositi. «Ho scovato una decina di dipinti italiani del ‘600, tra cui un’opera dimenticata di Alessandro Maganza, manierista vicentino. Non sarà un Caravaggio, ma merita di essere valorizzato». Accompagnato dal sindaco di Valona Dritan Leli, medico che ha studiato a Roma, Sgarbi ha visitato il sito archeologico di Apollonia e un’area industriale abbandonata dai tempi del regime comunista. Accanto a lui c’era sempre la «bagnina» Alba, «prossima alla laurea in economia e management per arte, cultura e comunicazione». E mentre lo dice, Sgarbi si commuove.