Corriere della Sera

«Le mie nozze a ottobre senza papà e la nonna»

- Monica

Ho 27 anni, vivo a Bergamo. Mio padre è morto il 23 marzo, dopo 14 giorni in terapia intensiva. Non l’ho salutato quando l’ambulanza l’ha portato via, non l’ho sentito neanche al telefono. Aveva la febbre, 59 anni, nessuna patologia. Mi dicevo: quando tutto sarà finito gli dirò che è stato forte, che ha combattuto il virus. Per 14 giorni ho sperato che si riprendess­e. Ogni sera scrivevo un messaggio. Non volevo lasciarlo solo in ospedale e una volta uscito li avrebbe letti tutti e avrebbe capito che non avevo mai smesso di pensarlo. Ma non è andata così. Il giorno dopo il «funerale» di papà, mia nonna si è ammalata, sospetto Covid. Aveva 94 anni. È morta il 29 marzo. Non ho potuto dire addio a mio padre, il mio maestro, e non ho potuto dire addio a mia nonna, la mia guida. Ma prima che tutto questo arrivasse sono riuscita a dire a mio papà che mi sarei sposata a ottobre, è stato il primo a saperlo, era così felice. Ridevamo perché era spaventato di dovermi portare all’altare, e lo prendevo in giro. Mia nonna era preoccupat­a perché non aveva niente da mettersi, aveva detto che si sarebbe comprata un abito nuovo. Ma ora, mentre scrivo, io so che mia nonna non avrà mai il suo abito nuovo, e mio papà non mi accompagne­rà mai all’altare. Quanta sofferenza. La mia e di tantissime persone come me. Spero che ognuno faccia la sua parte affinché tutto ciò non si ripeta.

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