Dare un taglio a conflitti e giochi di Lotito
Le vie di Lotito sono infinite. Sentendosi il «signore» del calcio italiano, pensa che tutto gli sia concesso. Non può essere così. Che sia un dirigente preparato non c’è dubbio, basta guardare dove ha condotto la sua Lazio. Ma ad ogni azione, anche la più spregiudicata, ci deve essere un limite. È consigliere federale su incarico della Lega serie A, insieme a Beppe Marotta, ad dell’inter, e Paolo Dal Pino, numero 1 dei club. Lotito deve tutelare gli interessi della Lega. Istituzione che ha votato e approvato a stragrande maggioranza la proposta di bloccare scudetto e retrocessioni in caso di sospensione del campionato, qualora qualcuno si ammalasse per colpa del maledetto virus. Anche il sospetto è maledetto (quello che circola in queste ore caldissime di confronto con la Federazione che domani voterà la mozione della Lega): Lotito invece di difendere con forza gli interessi della Lega, porterebbe avanti, sotto sotto, l’idea di garantire 3 promozioni dalla serie B, in modo che la sua Salernitana possa giocarsi l’ultima chance con i playoff: sì la Salernitana è roba (da Verga) sua. Col blocco delle retrocessioni dalla A questo giochino andrebbe a farsi benedire. Il calcio non può andare avanti così, con questi mezzi mezzucci e vivere tra i sospetti. Bisogna darci un taglio.