Corriere della Sera

Dare un taglio a conflitti e giochi di Lotito

- di Daniele Dallera

Le vie di Lotito sono infinite. Sentendosi il «signore» del calcio italiano, pensa che tutto gli sia concesso. Non può essere così. Che sia un dirigente preparato non c’è dubbio, basta guardare dove ha condotto la sua Lazio. Ma ad ogni azione, anche la più spregiudic­ata, ci deve essere un limite. È consiglier­e federale su incarico della Lega serie A, insieme a Beppe Marotta, ad dell’inter, e Paolo Dal Pino, numero 1 dei club. Lotito deve tutelare gli interessi della Lega. Istituzion­e che ha votato e approvato a stragrande maggioranz­a la proposta di bloccare scudetto e retrocessi­oni in caso di sospension­e del campionato, qualora qualcuno si ammalasse per colpa del maledetto virus. Anche il sospetto è maledetto (quello che circola in queste ore caldissime di confronto con la Federazion­e che domani voterà la mozione della Lega): Lotito invece di difendere con forza gli interessi della Lega, porterebbe avanti, sotto sotto, l’idea di garantire 3 promozioni dalla serie B, in modo che la sua Salernitan­a possa giocarsi l’ultima chance con i playoff: sì la Salernitan­a è roba (da Verga) sua. Col blocco delle retrocessi­oni dalla A questo giochino andrebbe a farsi benedire. Il calcio non può andare avanti così, con questi mezzi mezzucci e vivere tra i sospetti. Bisogna darci un taglio.

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