Il ritorno alla normalità: la tv perde oltre due milioni di spettatori
Sono due milioni e 600 mila gli spettatori che, nel passaggio dalla Fase 1 alle Fase 2, hanno abbandonato la televisione: il consumo del piccolo schermo torna, infine, alle sue dimensioni più naturali e consone dopo il grande boom, con 11 milioni e 400mila spettatori medi nell’intero giorno (a maggio, Fase 2) contro i 14 milioni medi nell’intero giorno fra l’8 marzo e l’inizio di maggio (Fase 1).
Insomma, questi numeri fotografano davvero il ritorno alla normalità nella vita quotidiana e nelle case degli italiani. A vederla, la curva degli ascolti, fa impressione: una gobba ripidissima nel mese di marzo (col picco alla fine del mese, con sei ore di tv consumate mediamente), che cala progressivamente ad aprile e soprattutto a maggio, con la fine del «confinamento» (4 ore e 41 minuti medi). La curva del 2020 non ha ancora raggiunto quella del 2019, a marcare che, ancora alla fine di maggio, gli ascolti della tv sono lievemente superiori a quelli dello scorso anno: c’è evidentemente ancora una certa esitazione a passare troppo tempo fuori casa, nonostante la programmazione sul piccolo schermo sia piena di repliche.
Nel passaggio fra Fase 1 e Fase 2 tutti i gruppi editoriali perdono fisiologicamente ascoltatori (è paradossalmente la pay tv a lasciare più terreno, con -25% di ascolti medi, cui segue la Rai con -22% e Mediaset con -18%), ma gli equilibri — misurabili in share — restano pressoché invariati (in testa c’è il gruppo Rai col 34,4% di share nella Fase 2, seguito da Mediaset col 32,5% di share). A dominare gli ascolti della Fase 2 Elena Sofia Ricci (Vivi e lascia vivere, emissione più seguita con quasi 7 milioni di spettatori il 14 maggio) e Giuseppe Conte (6.641.000 spettatori per la Conferenza stampa su Tg1 il 13 maggio).