«I barconi bruciati? C’è chi vuole la tensione»
Brucia Lampedusa. Con piromani in azione per liberare l’isola da montagne di barconi sfondati. Una tensione che cresce, mentre si teme che il bel tempo di nuovi barconi stracarichi di migranti ne porti tanti altri dalla Libia. E nel mezzo, «tra i profittatori dello sconforto e uno Stato che c’è e non c’è», Salvatore Martello, Totò per tutti, il sindaco «di sinistra» che scalzò la renziana Giusi Nicolini.
I fuochi sono sintomo di una questione aggravata dal timore di una nuova ondata di migranti nella fase, diciamo, post-covid?
«Intanto, precisiamo che chi incendia i barconi lasciati ammassati da un pezzo di Stato, va condannato senza se e senza ma. Perché sono subdoli provocatori nell’ombra. Attenzione a non fare il loro gioco. Lo scenario che verrà, anche con nuovi sbarchi, l’amministreremo comunque bene. E i turisti come i lampedusani non vedranno mai un migrante sul corso o in spiaggia...».
Lo dice perché si preoccupa che qualcuno eviti o annulli prenotazioni?
«Lo dico perché ormai qualsiasi gruppo di migranti viene portato solo per una notte al Centro accoglienza e poi riparte con navi o aerei verso altri siti. Il meccanismo è oleato e sta funzionando».
Da quando? Il 7 maggio un ex parlamentare del Pd, Pino Apprendi, denunciava la presenza di 150 uomini, donne e bambini lasciati al gelo della notte sul molo Favarolo.
«Questo non succede più. Anche perché ho fatto montare una tenda al Favarolo, in quel caso diventato “zona rossa”, invisibile a tutti. Ma ora non c’è più nessuno nemmeno al Centro accoglienza. Partiti gli ultimi 114 domenica mattina. Non un migrante sull’isola».
E dopo gli incendi?
«Intanto, bisogna trovare i piromani e quei mascalzoni che hanno violato pure la Porta d’europa, avvolgendola con dei sacchi. Altra provocazione, mentre si alimentano le fake news su un nuovo Centro accoglienza e su nuovi sbarchi, come se ai tempi di Salvini qui non arrivasse nessuno. Importante è amministrare bene e fare».