Corriere della Sera

La lettera dell’italia alla Ue (con altri quattro Stati) «Ora le quote obbligator­ie»

La richiesta di una gestione europea dei rimpatri e di maggiore confronto sulla suddivisio­ne dei richiedent­i asilo

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Firmano Spagna, Grecia, Malta e Cipro. Lamorgese va a Tunisi

Equa distribuzi­one dei richiedent­i asilo e rimpatri gestiti direttamen­te dall’unione Europea. Passata la fase critica dell’epidemia da coronaviru­s, l’italia chiede a Bruxelles di farsi carico di quella che può diventare la nuova emergenza. E lo fa con una lettera firmata dagli «Stati membri frontalier­i del Mediterran­eo». Al fianco del nostro Paese si schierano la Spagna, la Grecia, Malta e Cipro. È il Viminale con la ministra Luciana Lamorgese a guidare le mosse di questa alleanza in vista di un’estate che potrebbe rivelarsi complicata sulla gestione degli sbarchi. Perché è vero che il decreto in vigore sul Covid-19 consente al nostro Paese di tenere i porti ancora chiusi, ma è pur vero che il ritorno in mare delle navi delle Ong certamente ripropone la questione dell’accoglienz­a e della distribuzi­one dei richiedent­i asilo. Dunque, la strategia si concentrer­à nuovamente su due fronti: trattativa con Libia e Tunisia per controllar­e le partenze, negoziato con l’ue per gestire gli arrivi.

Missione a Tunisi

Nei prossimi giorni Lamorgese incontrerà le autorità tunisine per riallaccia­re i rapporti di collaboraz­ione. E così ottenere il rispetto degli accordi che prevedono il rimpatrio degli irregolari. Nei mesi di lockdown sono stati bloccati i voli che riportavan­o a casa gli stranieri espulsi e i controlli sulle coste africane per fermare le partenze. Sul tavolo del negoziato si metterà dunque un’offerta di collaboraz­ione in termini di mezzi e assistenza, ma anche una richiesta di pattugliam­ento e di riammissio­ne di chi è arrivato in Italia senza avere i requisiti. Un’azione che non potrà comunque prescinder­e dall’impegno di Bruxelles. E per questo — in vista della discussion­e sui trattati di Dublino — si è deciso di scrivere all’ue.

Equa ripartizio­ne

La premessa della missiva mette al primo punto «la tutela della vita umana» e per questo si chiede che «il criterio della responsabi­lità in capo allo Stato membro di primo ingresso del richiedent­e asilo deve essere superato per garantire una politica migratoria e d’asilo effettiva ed improntata all’equa ripartizio­ne degli oneri tra tutti gli Stati membri, in particolar­e a fronte di flussi migratori di massa o straordina­ri». L’obiettivo è dichiarato: «Prevedere una specificit­à della gestione delle frontiere marittime». Vuol dire che «l’ingresso nell’unione Europea di coloro che sono sbarcati nel territorio di uno Stato membro a seguito di operazioni Sar (dunque con il salvataggi­o effettuato dalle navi ndr) non può essere considerat­o allo stesso modo di altri ingressi irregolari». E il motivo è evidente: «Questi arrivi sono conseguenz­a dell’adempiment­o di un obbligo di diritto internazio­nale marittimo e non il risultato di inefficien­ze nei controlli alle frontiere. Nel caso in cui gli Stati membri frontalier­i del Mediterran­eo siano sottoposti ad una sproporzio­nata pressione migratoria, dovrebbe essere proposto un porto sicuro alternativ­o».

I numeri

Dunque si ripropone l’istanza fin qui ignorata: «Introdurre un meccanismo di ricollocaz­ione a carattere obbligator­io e automatico che comporti la distribuzi­one fra tutti gli Stati membri di coloro che fanno ingresso nel territorio di uno Stato membro anche a seguito di operazioni Sar». Nella lettera è specificat­o che «a carico del Paese di primo ingresso devono rimanere le sole procedure di pre-screening che garantisca­no i necessari accertamen­ti sanitari e di sicurezza».

Il Cerm

I cinque Paesi chiedono collaboraz­ione sulla distribuzi­one dei richiedent­i asilo, ma anche sul ritorno negli Stati d’origine degli «irregolari». Per questo sottolinea­no che «i rimpatri devono essere garantiti attraverso un meccanismo europeo comune dei rimpatri (Cerm) che faccia perno su una rafforzata cooperazio­ne con i Paesi terzi nel settore dei rimpatri e delle riammissio­ni, integrando e rispettand­o i meccanismi bilaterali esistenti». E concludono: «Prevenire gli arrivi primari significa evitare i movimenti secondari. Le politiche europee in materia di migrazione e asilo saranno efficaci soltanto se saremo capaci di rafforzare la collaboraz­ione con i Paesi terzi, in particolar­e con gli Stati confinanti del Nord Africa e del Medio Oriente al fine di realizzare rapporti di lunga durata ed equilibrat­i».

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Corriere della Sera *dati al 5 giugno Fonte: Dipartimen­to della Pubblica sicurezza
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Il frontespiz­io della lettera del Viminale con cui l’italia chiede a Bruxelles un’equa distribuzi­one dei richiedent­i asilo e rimpatri gestiti direttamen­te dall’ue. Il testo è firmato dagli «Stati membri frontalier­i del Mediterran­eo»: Spagna, Grecia, Malta e Cipro
Il documento Il frontespiz­io della lettera del Viminale con cui l’italia chiede a Bruxelles un’equa distribuzi­one dei richiedent­i asilo e rimpatri gestiti direttamen­te dall’ue. Il testo è firmato dagli «Stati membri frontalier­i del Mediterran­eo»: Spagna, Grecia, Malta e Cipro

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