Rivolte Usa, la polizia sotto accusa
Incriminati i due agenti che hanno ferito l’anziano. Due americani su tre: più pericolosi loro dei disordini
WASHINGTON Sull’asfalto della 16esima strada, di fronte alla Casa Bianca, gli attivisti hanno verniciato la frase «Defund the Police», togliete i fondi alla Polizia, con gli stessi caratteri cubitali gialli usati per l’altra scritta «Black Lives Matter», autorizzata dalla sindaca di Washington, Muriel Bowser.
In due settimane la protesta contro gli agenti di Minneapolis, responsabili secondo la Procura della morte di George Floyd, si è trasformata in un atto di accusa nei confronti della polizia in generale.
Il Wall Street Journal pubblica un sondaggio che riflette gli umori negli Stati Uniti: due terzi degli americani sono preoccupati più per gli atteggiamenti violenti delle forze dell’ordine che per le distruzioni notturne di vandali e saccheggiatori.
La diffidenza verso i tutori della legge è soverchiante tra gli elettori democratici (81%) ed è solo leggermente minoritaria tra i repubblicani (48%). Inoltre addirittura l’80% degli interpellati ritiene che il Paese stia finendo «fuori controllo».
Ma è fondamentale notare che l’opinione pubblica non mette tutto ciò solo sul conto di Donald Trump. Il tasso di gradimento del presidente si attesta al 45%, solo un punto meno di aprile.
Ieri Trump ha annunciato che i circa quattromila militari della Guardia Nazionale, mobilitati per vigilare sulle marce nel fine settimana, potranno tornare a casa. Il leader americano, poi ha attaccato Joe Biden, ritwittando una foto del suo avversario mentre si inginocchia per rendere omaggio alla memoria di Floyd: «I leader guidano, i codardi si inginocchiano».
In realtà la crisi di credibilità della polizia chiama in causa in primo luogo i sindaci. Giovedì scorso, 4 giugno, un editoriale firmato dal board del New York Times invitava Bill de Blasio «ad aprire gli occhi»: la polizia della Grande Mela «è fuori controllo».
Nei giorni successivi alla morte di Floyd, le reazioni violente e fuori bersaglio degli agenti si sono moltiplicate in modo inquietante. Da Minneapolis
ad Atlanta e a New York appunto, fino ad arrivare al video di Buffalo, quello con l’anziano spinto malamente a terra. I due agenti sono stati incriminati.
Barack Obama ha invitato gli amministratori locali a rivedere le regole che disciplinano il Dipartimento di Polizia. È un appello in casa, visto che alla guida delle metropoli più esposte ci sono politici democratici.
Ma finora si è mosso solo il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, che ha annunciato l’abolizione del chokehold, lo strangolamento, una delle tecniche utilizzabili della polizia per immobilizzare un «sospetto». Un intervento giudicato tardivo, tanto che sabato Frey è stato fischiato dai suoi concittadini scesi in piazza.
Crisi di credibilità
Il «New York Times»: «De Blasio, attento, le forze dell’ordine sono fuori controllo»