Sardine di nuovo in piazza dopo mesi E ripartono dalla legge sullo ius soli
A Roma manifestazione per George Floyd: si inginocchiano come in America
Una grande manifestazione, la prima italiana in ricordo di George Floyd, l’afroamericano ucciso a Minneapolis da un agente di polizia. Le Sardine tornano in piazza, a Roma, dopo la lunga assenza di questi mesi. Se il populismo leghista durante l’isolamento da coronavirus è entrato in crisi, l’antipopulismo speculare delle Sardine ha subito una sorte simile, oscurato dal distanziamento. Non è un caso dunque che, finito il lockdown, Matteo Salvini si prepari a un nuovo tour modello Papeete e il movimento fondato da Mattia Santori e dagli altri ragazzi torni a farsi sentire con una manifestazione a Roma contro il razzismo, che riecheggia le proteste americane e di tante città europee e fa tornare nelle agende politiche un tema che era finito nel dimenticatoio, perché considerato divisivo nella maggioranza: l’introduzione dello ius soli, ovvero l’attribuzione del cittadinanza a chi nasce sul nostro territorio.
In piazza del Popolo ci sono famiglie, ragazzi e migranti, convocati via social dalle Sardine ma anche da altre associazioni: i giovani europeisti verdi, Fridaysforfuture-roma, Nibi (Neri italiani - Black italians), Extinction Rebellion Rome International, American Expats for Positive Change e Women’s March Rome. Si comincia con una coreografia sentita che rimanda alla tragica uccisione di Floyd: 8 minuti e 46 secondi di silenzio, il tempo passato prima della morte. I primi 4 minuti tutti inginocchiati e gli ultimi 4 in piedi con il pugno sinistro alzato verso il cielo. Qualcuno urla «I can’t breath», «non riesco a respirare», le ultime parole disperate gridate da Floyd, mentre moriva sulla strada. Sul palco si alternano in molti ma è la giovane stilista italo-haitiana, Stella Jean, a ricordare che c’è un convitato di pietra in piazza, un tema politico che è stato dimenticato, e non solo a causa del coronavirus. La Jean, nata a Roma, Costituzione alla mano, chiede che le sue figlie non ricevano le minacce e le offese che ha dovuto subire lei: «Non possiamo più stare in silenzio: lo ius soli è previsto dalla Costituzione. Tutti noi italiani siamo meticci, mettiamocelo bene in testa. Se ci salviamo lo faremo tutti insieme». Applausi e consensi dalla folla, mentre più tardi Santori aggiungerà: «Noi saremmo per lo ius soli puro, ma siamo convinti che prima serva un’opera di sensibilizzazione, di educazione, per bonificare la narrazione farlocca e strumentale portata avanti da certi personaggi della politica». Cauta anche Jasmine Cristallo: «Dobbiamo evitare che questo tema diventi motivo di scontro o di propaganda politica». E in effetti riparte subito la contrapposizione. Con Federico Fornaro di Leu che spiega: «È il momento di accelerare l’iter». E Maria Stella Gelmini, di Forza Italia, che frena: «Le emergenze sono altre». Tacciono i 5 Stelle, che sono divisi. Se l’ala sinistra, da
Roberto Fico a Giuseppe Brescia è favorevole, fu Di Maio in persona a stoppare il provvedimento.
Quella in piazza è una prova importante per le Sardine, che dopo avere contribuito alla sconfitta della Lega in Emilia-romagna e aver immesso nell’aria inquinata della politica un’iniezione di ossigeno e di buon senso, ha subito una crisi d’identità. In molti pronosticano una mutazione in partito o una confluenza nel Pd, altri pensano che il fenomeno sia in via di esaurimento. Santori nei giorni scorsi ha spiegato, presentando un Manifesto di 11 punti, che è il momento di concentrarsi sulle Regionali. Smentita la «pausa di riflessione» le Sardine sono comunque riuscite a tornare a manifestare, riempiendo il vuoto dei partiti tradizionali della sinistra, ormai incapaci di mobilitare le piazze.