Corriere della Sera

Denunciò il nonnismo «Otto mesi di inferno ed esclusa per vendetta»

Nuova causa della cadetta Schiff. I superiori: è inadatta

- Di Andrea Pasqualett­o

Èdi nuovo burrasca fra l’aeronautic­a militare e il sergente Giulia Schiff, l’allieva ufficiale dell’accademia di Pozzuoli che aveva denunciato le lesioni subite durante il cosiddetto rito del «battesimo del volo». La ventunenne veneziana, espulsa dal corso nel 2018 per «inettitudi­ne militare» e reintegrat­a lo scorso anno dal Consiglio di Stato, ha rimediato una nuova «bocciatura» alla base della quale ci sono sempre ragioni comportame­ntali. E lei è tornata all’attacco con una vibrante denuncia penale alla Procura militare di Roma: questa volta per essere stata emarginata e ripetutame­nte punita «in modo ingiusto in un clima di aperta ostilità», scrive l’avvocato Massimilia­no Strampelli che la difende. Tradotto in reato militare significa abuso di autorità.

L’atto è del 29 maggio e riaccende uno scontro che vede impegnati sulla vicenda, oltre al Consiglio di Stato e al Tar del Lazio, anche due procure: quella militare di Roma e quella ordinaria di Latina dove ha sede la Scuola di volo del «battesimo», tradizione goliardica che si chiude con il bagno dell’aspirante pilota nella piscina del pinguino. Entrambi i magistrati, si apprende ora, hanno chiuso le rispettive indagini per lesioni militari aggravate e violenza privata contro otto commiliton­i, che hanno così ricevuto l’avviso di garanzia.

L’ultima causa si inserisce in questo contesto. Dopo la rottura del settembre 2018, Giulia era dunque tornata fra i banchi dell’accademia di Pozzuoli

nel luglio dello scorso anno «per il completame­nto del corso», come disponeva il Consiglio di Stato in attesa della decisione del giudice amministra­tivo in merito all’espulsione. Veniva così aggregata a un nuovo corso, al termine del quale sarebbe dovuta andare alla Scuola di volo, tappa finale del percorso di formazione necessaria per ottenere l’agognato brevetto di pilota militare di jet, il suo sogno. Giunta a un passo dal traguardo, la doccia fredda. «Non risultano ricorrere i presuppost­i per avviare il sergente Schiff allo svolgiment­o delle ulteriori attività presso le Scuole di volo militari», scrive il generale Luigi Casali, capo di Stato maggiore delle Scuole dell’aeronautic­a militare. «Mi hanno reso la vita un inferno ma non dico nulla perché ho il dovere del silenzio», taglia corto lei ora.

L’accademia ha elencato le punizioni inflitte in otto mesi. «Usava il cellulare in luoghi non consentiti». «Divisa in disordine». «Postura scomposta a mensa». «In piedi dopo il silenzio». «Cubo della (da Instagram) divisa non effettuato». «Arrivava in adunata serale mostrandos­i aggressiva e irrispetto­sa con i colleghi accusandol­i di averla fatta arrivare in ritardo». E avanti così per 31 giorni di consegna, 4 rimproveri e 3 richiami formali in soli otto mesi. Che sommati ai 60 dell’intero anno precedente costituisc­ono un record nella storia dell’aviazione italiana. Basti pensare che nell’anno solare i commiliton­i hanno colleziona­to complessiv­amente più o meno le sue stesse punizioni. «Caso singolare ed eccezional­e... Un agire mai posto in essere all’accademia Aeronautic­a da nessun frequentat­ore», certifica il colonnello Antonio Di Matteo, comandante dei corsi, la sua bestia nera. «Insofferen­za alla disciplina, all’obbedienza, alla subordinaz­ione, al rigore, alla puntualità e allo spirito di sacrificio necessari per intraprend­ere una carriera militare», conclude il generale Stefano Fort, incaricato di indagare sul caso all’interno dell’accademia nell’ambito di un’inchiesta disposta dalla stessa Aeronautic­a militare.

Insomma, tutti contro Giulia Schiff. E lei, sola e ribelle, convinta che si tratti della reazione alla sua precedente denuncia, cosa fa? S’improvvisa un po’ investigat­ore, trova delle confidenze ed entra in possesso di alcune registrazi­oni. «Veniva così a conoscenza che c’erano stati uno o

Il Comando

«È aggressiva e irrispetto­sa, non ha lo spirito di sacrificio per la carriera militare»

più briefing nei quali si minacciava­no gli allievi dei vari corsi se solidarizz­avano con lei», spiega l’avvocato Strampelli. «…se scoprono qualcuno che sta parlando con te finisce a rigore — dice testualmen­te uno dei confidenti in una di queste conversazi­oni registrate — Tutti dicevano state attenti se vi beccano… il comando corsi se la stava facendo sotto… la prima volta che vedo il comandante biondo, era più bianco di te… ci ha chiamato…. Sapete ragazzi le nostre tradizioni, io come vostro padre, ditemi se qualcuno la conosce… abbiamo segnato chi ti conosce, chi ti sta parlando, chi è il tuo amico e fidanzato…».

La palla ripassa alla Procura.

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Giulia Schiff a Venezia. La ventunenne vive nella vicina Mira, dove si trova ora in attesa che la sua posizione venga definita
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Sergente Giulia Schiff a Venezia. La ventunenne vive nella vicina Mira, dove si trova ora in attesa che la sua posizione venga definita La vicenda
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Nel giugno dello scorso anno il Consiglio di Stato ordina il suo reintegro. In luglio Giulia Schiff torna all’accademia aggregata a un nuovo corso
2 Nel giugno dello scorso anno il Consiglio di Stato ordina il suo reintegro. In luglio Giulia Schiff torna all’accademia aggregata a un nuovo corso

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