Corriere della Sera

ALLE IMPRESE LO «SPAZIO» NECESSARIO PER RESISTERE

- Di Arturo Artom, Andrea Gori, Giampiero Massolo e Francesco Micheli

Caro direttore, osservando i dati sui ricoveri da Covid-19 raccolti nelle ultime settimane, emerge indiscutib­ilmente una drastica riduzione del numero dei pazienti ospedalizz­ati e in particolar­e dei casi ricoverati in terapia intensiva. I numeri sono finalmente rassicuran­ti: calano i nuovi contagi, gli ospedali si sono organizzat­i, hanno creato percorsi efficienti e sicuri, e sono pronti, nella stragrande maggioranz­a dei casi, ad accogliere pazienti affetti da Covid-19

in modo tale da offrire a tutti la possibilit­à di essere curati al meglio.

Al di là del dibattito scatenatos­i nelle ultime ore, il dato della riduzione dei ricoveri e dei nuovi infetti da Covid-19 deve essere tenuto in stretta consideraz­ione per una corretta valutazion­e dell’evoluzione dell’epidemia e nelle valutazion­i su cui si baseranno le strategie e le decisioni politiche dalle quali dipenderà in futuro delle prossime settimane. Se infatti il virus sembra avviarsi gradualmen­te verso una fase di controllo, l’economia del Paese, già profondame­nte colpita, dovrà affrontare la sua fase più critica.

Quest’anno, come forse mai in precedenza, l’estate può essere decisiva per il futuro del Paese. Dal tipo di misure che le imprese dovranno affrontare nelle prossime settimane — si pensi in particolar­e a tutta l’industria del turismo, ma non solo — dipende la sopravvive­nza di migliaia di aziende e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ecco perché i dati incoraggia­nti che arrivano da tutte le Regioni di Italia,

Lombardia compresa, possono e devono essere seriamente presi in consideraz­ione.

La situazione rimane di difficilis­sima gestione, dobbiamo ricordare che Covid-19 è un virus «nuovo» di cui troppo poco sappiamo rispetto alle sue modalità di comportame­nto, soprattutt­o in un’ottica futura; nessuno in questo momento è in grado di poter fare previsioni con certezza. Ma un’estate serena in cui le imprese siano messe nelle condizioni di operare, può sicurament­e aiutare ad evitare un autunno esplosivo dal punto di vista economico.

Permettere alle imprese di operare significa certamente concedere più di quanto finora non sia stato consentito: in primis, valutare attentamen­te, ed eventualme­nte ridurre, le restrizion­i e gli oneri, inclusa la burocrazia, che le aziende oggi sono obbligate a sostenere per dimostrare di essere in regola con le misure introdotte. Non si tratta certo di un «via libera» incondizio­nato, ma di garantire un «corretto spazio» di sopravvive­nza alle imprese, e di farlo il prima possibile: una sola settimana di ritardo significa perdere altre centinaia di imprese e migliaia di posti di lavoro.

A fine febbraio, abbiamo reagito al manifestar­si dell’epidemia al massimo della sua capacità di contagio con la chiusura del Paese. Oggi, dopo oltre 100 giorni, i numeri ci dicono che gli sforzi e le stra

Reattività

Le statistich­e oggi dicono che è possibile creare le condizioni per un rilancio

tegie di controllo messe in atto sono state efficaci nel contenere un’ulteriore diffusione dell’epidemia. La preparazio­ne e la reattività, vale a dire la capacità di agire rapidament­e al manifestar­si di un’eventuale nuova ripresa dei contagi, rappresent­ano gli elementi chiave per consentirc­i oggi di concedere alle imprese lo spazio che hanno bisogno per resistere.

In sintesi: reattività come criterio che ci dovrà guidare da oggi in poi. Oggi le statistich­e a nostra disposizio­ne ci dicono che dobbiamo concedere alla nostra economia lo spazio per rilanciars­i. Molto rapidament­e.

Fondatore Confapri Direttore malattie infettive al Policlinic­o dell’università di Milano Presidente Ispi Presidente e ad Genextra

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