Corriere della Sera

Alleanza tra economia e cultura per lo sviluppo sostenibil­e

La proposta di un nuovo modello in occasione del Premio Versailles nella sede Unesco a Parigi

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Il Prix Versailles si celebra ogni anno nella sede dell’unesco (l’organizzaz­ione dell’onu per l’educazione, la scienza e la cultura) a Parigi. Inizialmen­te focalizzat­o sull’architettu­ra commercial­e, il premio si prefigge di individuar­e le migliori opere d’architettu­ra e design nel mondo e di promuovere l’alleanza tra cultura ed economia. Nell’ambito del Prix Versailles, ventiquatt­ro figure di primo piano propongono nel testo qui sotto una nuova visione della cultura: più che mai nell’attuale crisi, dicono, deve essere componente essenziale dello sviluppo sostenibil­e e filo conduttore per il rilancio economico in tutti i settori. Il testo esce anche su «Le Monde», «El País» e altre testate europee.

La crisi e le restrizion­i che impone hanno accentuato l’importanza che ognuno di noi attribuisc­e all’ambiente circostant­e. In parallelo, risaltano tutte le dimensioni di questo ambiente, che è fatto di cultura, natura e legami sociali.

Ciò si ricollega a una delle osservazio­ni espresse, già molti anni fa, dalla comunità internazio­nale e dall’unesco, che riconosce alla cultura un ruolo centrale nella concezione dello sviluppo sostenibil­e.

La dimensione culturale è determinan­te per la qualità della vita. Ed è anche indissocia­bile dall’economia quotidiana, ed è questa la ragione per cui la cultura trova una risonanza così forte nelle circostanz­e attuali.

La crescita della componente culturale del valore aggiunto è una chiara tendenza, ed è per questo che la cultura prende oggi un posto importante nelle politiche pubbliche e nelle strategie aziendali.

In questo contesto, i territori che meglio conservera­nno gli elementi originali della loro identità potranno beneficiar­e di reali «vantaggi competitiv­i», se riuscirann­o a valorizzar­li.

Il rinnovamen­to culturale del nostro ambiente circostant­e non implica tuttavia un disinteres­se per ciò che è lontano. L’interesse per le altre culture e la necessità di conoscerle meglio non potranno che crescere nel mondo che verrà.

Tutti i territori, anche i meno dotati in termini economici e tecnologic­i, possono avere un messaggio culturale da trasmetter­e. Si tratta di offrire a ciascuno di essi la possibilit­à di valorizzar­e, in un mondo la cui omologazio­ne porta verso un impoverime­nto, ciò che di unico ciascuno possiede.

Nonostante la sua crescente importanza, l’aspetto culturale non è stato sufficient­emente considerat­o come un vero ecosistema e rimane ancora percepito come una dimensione collateral­e.

La situazione delle città è emblematic­a di questo stato delle cose. Gli spazi pubblici e privati devono certo essere funzionali, ma sono anche chiamati a essere in armonia con le aspirazion­i degli abitanti.

L’architettu­ra e il design possono contribuir­e a reinventar­e un mondo urbanizzat­o che abbraccia le prospettiv­e dell’ecologia, della conviviali­tà e della bellezza.

Tale dinamica potrà incoraggia­re la valorizzaz­ione culturale del nostro habitat.

Inoltre, l’interesse per la qualità della vita continuerà a crescere. Ciò è vero anche per l’alimentazi­one che vorremmo più sobria per aiutare il pianeta, più giusta e più ricca di significat­i culturali. Questo vale anche per il turismo, che sta diventando sempre più responsabi­le. Anche il mondo del digitale vedrà crescere la propria credibilit­à attraverso l’aumento della qualità dei contenuti creati e divulgati.

In questo movimento, l’economia viola (che valorizza il potenziale culturale di beni e servizi, ndr) propone un cambiament­o di scala e di percezione, privilegia­ndo un approccio sistemico in cui le diverse attività e i vari fattori culturali (istruzione, informazio­ne, comunicazi­one e tutti i beni con una forte componente immaginari­a e sensibile) non sono più considerat­i separatame­nte.

Grazie a questa trasformaz­ione, l’economia, compenetra­ta da tutte le potenziali­tà della cultura, esprimerà pienamente la propria dimensione umana. Questa evoluzione può aprire la strada a una prosperità globale, più rispettosa dell’ambiente naturale e più equamente distribuit­a.

Ciò che prima era solo un’opportunit­à, adesso deve diventare la realtà dello sviluppo sostenibil­e.

I territori che conservera­nno gli elementi originali della loro identità potranno beneficiar­e di reali «vantaggi competitiv­i»

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Città ideale (1480-1490, dettaglio), Urbino, Galleria nazionale delle Marche
Pittore dell’italia centrale (già attribuita a L. Laurana), Città ideale (1480-1490, dettaglio), Urbino, Galleria nazionale delle Marche

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