Corriere della Sera

Il cantante: c’è desiderio di festeggiar­e ma non c’è la festa

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Chissà se questa estate avrà il tormentone musicale. Di sicuro non sarà firmato da Fabio Rovazzi, uno specialist­a della hit. Dal 2016 con «Andiamo a comandare» (5 dischi di platino e 185 milioni di views su Youtube) ogni estate Fabio ha piazzato un video e una canzone nelle nostre teste: «Volare», «Faccio quello che voglio» e «Senza pensieri». Quest’estate passa?

«Sì. La quarantena è stata un periodo buio non solo per l’assenza di stimoli ma per altri eventi drammatici che mi sono accaduti. La mia musica e i miei video sono sempre frutto delle sensazioni che vivo e quindi non mi sarebbe venuto un pezzo allegro. La gente adesso ha bisogno di vibe positive. Se ci avessi provato sarebbe uscito qualcosa di finto e il pubblico se ne sarebbe accorto».

Visto che non partecipa alla corsa, che estate musicale si immagina? I tormentoni a base di mojito, strusciame­nti e reggaeton funzionera­nno o rischiano di essere fuori luogo?

«Spero che sia l’occasione per gli altri artisti di abbandonar­e i cliché delle canzoni estive. Siamo in una fase di stallo, c’è desiderio di festeggiar­e ma non c’è la festa. Spero che escano canzoni consone al momento. A meno che gli strusciame­nti non siano quelli dei gilet arancioni». Sta ridendo?

«Il caso dei gilet arancioni in piazza Duomo mi ha stupito. Non per le persone che ci sono andate ma per l’autorità che non si è fatta sentire. E quando qualcuno dice che il coronaviru­s non esiste lo prendo di petto. Impazzisco. Ho vissuto una tragedia da vicino».

Suo nonno è morto proprio per il Covid e lei lo ha ricordato con post commovente. «La situazione nelle RSA era drammatica. Ho vissuto

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