Corriere della Sera

Víkingur Ólafsson: il nuovo talento del pianoforte arriva dall’islanda e scala le classifich­e

- Enrico Parola

L’hanno definito «il Glenn Gould» islandese. «È uno degli sport del 21° secolo, si cerca sempre il confronto col passato», commenta Víkingur Ólafsson. L’impegnativ­o paragone gli è stato affibbiato dopo il successo del disco dedicato a Bach; però a destare interesse è la sua origine: in questi decenni si sono applauditi direttori finlandesi, pianisti norvegesi e ungheresi, ma Ólafsson, con quel nome tanto evocativo, allarga ulteriorme­nte i confini dell’universo classico e vi include l’islanda. Da lì è partito alla conquista della ribalta, anche discografi­ca; dopo le incisioni dedicate a Bach e Philip Glass, l’ultima con il curioso binomio Debussy-rameau l’ha portato in vetta alle classifich­e di

Germania, Francia, Canada e America. Forse l’islanda non è il luogo abituale per veder sbocciare un talento del pianoforte, «ma una casa sì: come tanti miei colleghi la mia passione è nata nel salotto dove mamma si esercitava; mi incantava quando studiava gli esercizi di tecnica, si immagini quando suonava l’appassiona­ta di Beethoven. A 5 anni decisi che avrei fatto il concertist­a, senza pensare affatto che dovessi diventare anche un bravo pianista». Lui lo è diventato perfeziona­ndosi alla Juilliard School di New York e suonando con le principali orchestre americane, per poi tornare in Europa dividendos­i continuame­nte ed equamente tra classici e moderni: ha inaugurato con Grieg la nuova sala a

Reykjavik e ha tenuto a battesimo il secondo concerto di John Adams, ha inciso Glass e Bach e ora ha unito in un unico disco Rameau e Debussy. «Ho incontrato Rameau per caso: l’anno scorso dovevo suonare a Parigi, ma mio figlio nacque con due settimane di ritardo e rimasi a casa ad aspettare; nell’attesa lessi per pura curiosità i brani di Rameau, rimanendon­e folgorato». A 36 anni appena compiuti ha dovuto anche lui affrontare il lockdown: «Pensando a quanta musica ha visto la luce nei momenti più bui della storia, sono curioso di ascoltare quanto è stato composto in questi mesi».

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Il pianista Víkingur Ólafsson (36 anni) è stato definito dal «New York Times» «il Glenn Gould» d’islanda
36 anni Il pianista Víkingur Ólafsson (36 anni) è stato definito dal «New York Times» «il Glenn Gould» d’islanda

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