Quel «trampolino» per il business e il sociale Identikit
Il Polihub di Milano, acceleratore di start up. In 20 anni 750 progetti diventati realtà
In piena emergenza Coronavirus, due startup milanesi hanno trovato soluzioni all’assalto ai supermercati: Wiseair con Filaindiana.it, web app che permette a chiunque di segnalare il numero di persone in fila; Frescofrigo con i primi 5 frigoriferi intelligenti installati all’interno dei condomini. Poi, Vesta srl ha iniziato a studiare un sistema che garantisca il distanziamento sociale nei luoghi di lavoro.
«Sono tre esempi della capacità di problem solving delle nostre “incubate”, aziende abituate a lavorare nell’incertezza e a cercare servizi innovativi per nuovi bisogni», sottolinea Claudia Pingue, direttore generale del Polihub, l’innovation District & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, gestito dalla Fondazione dell’ateneo, che collabora con Eni nell’attività della Scuola Joule.
Innovazione e cambiamenti sono all’ordine del giorno dell’acceleratore di impresa del Politecnico (così si chiamava agli inizi) che quest’anno compie 20 anni. «La nostra missione è supportare le startup innovative in tutto il loro ciclo di vita con un programma integrato di sviluppo imprenditoriale, mettendo a disposizione spazi, relazioni, competenze professionali e servizi specialistici. In 20 anni abbiamo valutato 13mila progetti d’impresa: 750 sono diventati realtà», riferisce la Dg. Al passo con l’ampliamento degli spazi è corso l’arricchimento dei servizi a disposizione delle startup. Compreso Poli360, il nuovo fondo di investimento da 60 milioni di euro che ha già finanziato 11 startup dell’advance manufactoring.
Due gli obiettivi strategici di Andrea Sianesi, neo presidente di Fondazione Politecnico di Milano e di Polihub: internazionalizzazione e focalizzazione. «Le nostre startup sono prevalentemente italiane, e hanno investitori italiani. Vogliamo esporle di più a un contesto internazionale. E, per crescere nell’eccellenza, vogliamo giocare la nostra partita sulla leadership del Politecnico nel settore del deep tech», spiega il presidente. «Siamo figli di un’università pubblica. Perciò – aggiunge Sianesi - vogliamo sviluppare una linea di attività legata all’imprenditoria sociale, facendo diventare Polihub il nodo di una rete di eccellenza a supporto di iniziative che abbiano un impatto positivo sulla società».
Su questo filone è Switch2product, la competizione di punta di Polihub, che sancisce la collaborazione con Eni Joule nella ricerca di idee innovative per la decarbonizzazione e la circular economy. Scadrà il 30 giugno la call to action dedicata a studenti, ricercatori e docenti del Politecnico di Milano, università e enti di ricerca affiliati. «I progetti più meritevoli – annuncia Claudia Pingue avranno spazi dedicati all’interno di Polihub, accesso ai laboratori per sviluppare prototipi, mentor e risorse economiche a sostegno dell’avvio di impresa».
● Tra i miglior 5 incubatori universitari al mondo nel ranking di UBI Global, nel 2019 Polihub ha supportato 185 aziende (oltre 39 milioni di fatturato aggregato), ricevuto investimenti per 17,8 milioni, generato oltre 1000 posti di lavoro. (C.R.D’A.)