Corriere della Sera

STATI GENERALI

- Marco Galluzzo

re sempre più solo: anche ieri il Pd ha detto che lo copre politicame­nte, ma — lamentano fonti di governo — «non ha saputo indicare un suggerimen­to concreto per risolvere la crisi che sta attraversa­ndo il Paese. Troppo poco per un alleato che si ritiene centrale». Con il rischio, attaccano le opposizion­i, che i prossimi Stati generali siano solo un’ulteriore passerella.

Se appare certo uno slittament­o a venerdì, comunque non sono state decise modalità e formato, solo piccoli e brevi contatti informali hanno messo in preallerta gli invitati. Se doveva essere un momento di riflession­e alto, con tutti i più i grandi protagonis­ti del Paese, nel settore economico, non è certo partita nel migliore dei modi l’iniziativa. Lo stesso Conte, che ha promesso arriverà all’appuntamen­to con il documento concordato con Gualtieri che incrocia anche il Piano nazionale delle riforme, sembra avere scelto la linea dell’ascolto piuttosto che quella della presentazi­one di un vero piano di governo aperto a suggerimen­ti.

Del resto non sono chiare le

Gli attriti

Il premier lamenta i ritardi nei ministeri e le resistenze al decreto sulle semplifica­zioni

somme che avrà a disposizio­ne l’italia nei prossimi mesi: sui 37 miliardi del Mes, non c’è alcuna certezza, vista la resistenza del Movimento 5 Stelle e l’inderminat­ezza di Conte, sui circa 200 miliardi che la Ue potrebbe girarci nei prossimi anni, anche se con il contagocce, e previo riscontro di riforme struttural­i, anche qui mancano i punti fermi: il Consiglio Ue di giugno non è detto che sia decisivo. Insomma la strada per un piano di crescita reale è ancora lungo, e questo mentre Conte si lamenta che contro alcune riforme «c’è un pezzo di Stato che rema contro».

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