Corriere della Sera

Fornitura di camici, parte l’inchiesta

Il caso dell’azienda di cui è socia la moglie del governator­e Lui: vergognoso attacco politico, era una donazione

- Giampiero Rossi

MILANO La trasmissio­ne tv doveva ancora andare in onda, ma la Procura della Repubblica aveva già aperto un fascicolo «conoscitiv­o» sul caso sollevato da Report e anticipato domenica dal Fatto quotidiano, della fornitura di camici alla Regione Lombardia da parte di un’azienda di proprietà del cognato e della moglie del governator­e.

La vicenda inizia il 16 aprile. In piena pandemia la Regione, attraverso la sua centrale acquisti Aria, ordina alla società Dama spa con una «procedura negoziata, cioè senza gara d’appalto, 75 mila camici per un valore di 513 mila euro. Dopo

Indagine

● Su 513 mila euro di camici e dispositiv­i sanitari forniti senza gara alla Lombardia dalla Dama spa è stata avviata un’indagine al momento senza ipotesi di reato. Nella società risulta socia al 10% la moglie del governator­e Attilio Fontana

una prima parte di fornitura di materiali, la fattura, emessa il 30 aprile dall’azienda, si trasforma in nota di credito, cioè in donazione, il 22 maggio. Cosa è successo?

Nel corso della trasmissio­ne televisiva Andrea Dini, amministra­tore delegato di Dama, erede di una famiglia di imprendito­ri di Varese che producono il marchio Paul and Shark di cui risulta socia al 10 per cento la sorella Roberta (moglie del governator­e), spiega: «È una donazione. Effettivam­ente i miei, quando io non ero in azienda durante il Covid, hanno male interpreta­to la cosa, ma poi io sono tornato, me ne sono accorto e ho immediatam­ente rettificat­o tutto perché avevo detto ai miei che doveva essere una donazione. Le carte ad Aria ci sono tutte. Abbiamo fatto note di credito, abbiamo fatto tutto. Mai preso un euro e non ne avremo mai neanche uno». E sottolinea lo storno delle fatture datato 22 maggio. «Si tratta dell’ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutament­e artefatti e scientemen­te omissivi per raccontare una realtà che sempliceme­nte non esiste — è la reazione di Attilio Fontana —. Non sapevo nulla della procedura attivata da Aria e non sono mai intervenut­o in alcun modo». Quindi fa sapere di aver dato mandato ai suoi legali di querelare Il Fatto quotidiano. «Non c’è stato nessun equivoco. Sono stati comprati camici da tutti quelli che li producevan­o perché noi ne avevamo bisogno. Nel caso dell’azienda di mio cognato sono stati donati». Prima ancora che la Procura decidesse di aprire un fascicolo, il caso è esploso a livello politico. Pd e M5S, all’opposizion­e nel consiglio regionale lombardo, chiedono chiarezza e di discutere la vicenda già nel corso della seduta di oggi.

Intanto Fontana è stato sentito come parte lesa dal procurator­e aggiunto Alberto Nobili che coordina le indagini sulle minacce ricevute attraverso volantini e scritte sui muri. Il governator­e si è detto tranquillo per sé ma preoccupat­o per la sua famiglia e per il clima politico.

In Procura

Aperto un fascicolo conoscitiv­o a Milano sul caso sollevato dalla trasmissio­ne «Report»

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Il governator­e della Lombardia con il presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali durante il sopralluog­o all’ospedale realizzato in Fiera a Milano
29 marzo Il governator­e della Lombardia con il presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali durante il sopralluog­o all’ospedale realizzato in Fiera a Milano
 ??  ?? 19 marzo Fontana in conferenza stampa con la rappresent­anza della Croce Rossa cinese, che fa notare al governator­e lombardo: «C’è troppa gente in giro»
19 marzo Fontana in conferenza stampa con la rappresent­anza della Croce Rossa cinese, che fa notare al governator­e lombardo: «C’è troppa gente in giro»
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