Corriere della Sera

Fontana: «Ci sono stati errori Con un gruppo di lavoro farò ripartire la regione»

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MILANO «Io ho vissuto la vicenda Covid con un’angoscia personale grandissim­a. Terribile. Quello che mi ha aiutato a non fermarmi, è stato proprio il cercare tutte le soluzioni per uscirne. Immaginare una strada anche per le fasi di ripartenza che abbiamo di fronte». Attilio Fontana è nel suo ufficio, provato dopo mesi a ritmi serrati.

Ma quale lezione ha tratto da questa vicenda?

«Quello che mi porto dentro è stato il vedere centinaia di persone che non si sono date tregua, con dedizione assoluta, per aiutare gli altri».

Lei quali errori si imputa?

«Noi, ma credo quasi tutti, siamo stati colti di sorpresa da un’emergenza bestiale, di errori ne abbiamo commessi fin che ne vuole. Però, a marzo prendere decisioni era durissima. Per questo ora io sto studiando, cercando di vedere in quello che è accaduto le indicazion­i per fare meglio in futuro».

Per esempio?

«Inutile che anticipi adesso. Sto per nominare un mio gruppo di lavoro che entro la metà di agosto indicherà le cose da fare e quelle da evitare, proprio sulla base di questi mesi. La competenza viene prima di tutto, e la Lombardia, me lo lasci dire, sulle competenze è fortissima».

Ferruccio de Bortoli ha detto che prendersel­a con la Lombardia e Milano, che riescono a competere nel mondo, «alleggeris­ce la coscienza di chi non è riuscito a fare altrettant­o».

«Guardi, io di Ferruccio de Bortoli ho la massima stima, e certo non lo si può accusare di simpatie leghiste. Io penso che Milano e la Lombardia sono e resteranno la locomotiva della Nazione, e a breve ricomincer­anno a tirare con 27 febbraio Accertata la positività di una collaborat­rice, il governator­e lombardo Attilio Fontana indossa la mascherina in diretta social

Il profilo

● Attilio Fontana, 68 anni, esponente della Lega, sindaco di Induno Olona dal 1995 al 1999 e di Varese dal 2006 al 2016

● È stato presidente del Consiglio regionale della Lombardia dal 2000 al 2006

● È presidente della Regione Lombardia dal 26 marzo 2018, dopo aver battuto Giorgio Gori con il 49,8% tutta la loro forza. Certo, se poi qualcuno cerca di usare la vicenda Covid per fini politici, significa che non solo ha del tempo da perdere, ma che ha anche l’animo dello sciacallo. Chi si gingilla con questa politichet­ta, ha capito male il nostro Paese».

A proposito, quali i rapporti con il sindaco Beppe Sala? Anche con lui avete avuto momenti complicati.

«Mi creda, la mia non è una risposta di stile. Ma devo dire che io ho una grande stima di Sala. Certo, non sempre sono d’accordo con lui. Ma quando c’è da collaborar­e, l’ho sempre fatto. Peraltro, la sinergia è indispensa­bile, perché la Lombardia non può fare a meno di Milano e Milano non può fare a meno della Lombardia».

Perdoni, presidente. Ma dell’ospedale nell’ex Fiera non è pentito? Di fatto, ha ospitato pochissimi pazienti.

«Lei vuole scherzare... Anche quello è nato sotto una pressione terribile, l’ho deciso quando un medico, con le lacrime agli occhi, mi ha detto che non voleva più scegliere chi far vivere. Detto questo, di strutture simili ne sono state create ovunque nel mondo, 19 nei soli Stati Uniti.

Ma di queste, 13 non sono mai entrate in funzione. L’ospedale in Fiera è stato uno straordina­rio regalo alla città da parte di più di 5.000 donatori nel momento più drammatico della pandemia. Per costruirlo in tempi da record, grazie a Fondazione Fiera Milano, non è stato speso un euro di soldi pubblici».

Ma adesso che ne fate?

«Lo teniamo pronto, sperando di non usarlo, per fronteggia­re un’eventuale seconda ondata. E dopo, nulla sarà disperso: con il coordiname­nto del Policlinic­o entrerà nella rete ospedalier­a lombarda. Un piano, le anticipo, che prevede 1.446 posti letto di terapia intensiva e ulteriori 704 letti di terapia semi intensiva, almeno metà dei quali devono poter essere tempestiva­mente convertiti in intensivi. Come peraltro chiede il governo».

L’indagine

«Mia moglie? In quei giorni sono stati presi camici e mascherine da chiunque li avesse»

 Entro metà agosto un team che sto per nominare indicherà le cose da fare e quelle da evitare

 L’ospedale in Fiera spero di non usarlo Ma nulla sarà disperso, entrerà nella nostra rete

 Negli ultimi anni abbiamo trascurato i medici di famiglia Sono un presidio da rafforzare

Presidente, dica la verità: la sanità lombarda è uscita molto ammaccata da questa vicenda. O no?

«Di nuovo: non scherziamo. Qui viene gente a curarsi da tutto il mondo. E c’è un perché: abbiamo strutture pubbliche formidabil­i che vanno potenziate, sostenute, arricchite. E abbiamo un settore privato forte in grado di consentire ai cittadini di scegliere. Mi chiedeva un mea culpa? Probabilme­nte, negli ultimi anni abbiamo trascurato i medici di famiglia. Le anticipo che a settembre lanceremo un importante piano d’azione a loro dedicato. Sono il primo presidio sanitario delle nostre comunità e lo renderemo più forte».

Il Tar ha appena bocciato l’acquisto dei test sierologic­i senza procedure di evidenza pubblica della Diasorin dal San Matteo di Pavia.

«Guardi che però io non sono parte attiva in questa vicenda».

Molto criticata anche la decisione di ricoverare pazienti Covid nelle Rsa, su cui è in corso anche un’indagine. Qui nessun mea culpa?

«I pazienti sono stati ospitati in 18 case di riposo su 709. Il problema non viene da quello, ma dire il contrario è una finta verità facile da smerciare. Del resto, il 17 aprile l’iss ha proprio previsto che siano realizzate unità Covid dentro le Rsa».

E poi c’è la vicenda dei camici forniti da un’azienda di cui è socia sua moglie.

«A parte il fatto che mia moglie è socia al 10% e non controlla nulla, vuole sapere la verità? In quei giorni la Regione ha chiesto camici e mascherine da chiunque li avesse. Il punto è questo».

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