Corriere della Sera

«È uno strumento che va supportato da regole e strategie altrimenti è inutile»

Piacentini: reagire in modo rapido e dinamico

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«Dobbiamo preparare la prossima mossa, perché la domanda non è “ci sarà una nuova pandemia?” è “quando arriverà?”. Saremo colpevoli o saranno colpevoli quelli che non si faranno trovare pronti». Diego Piacentini, già vice presidente di Apple e Amazon e commissari­o straordina­rio per l’attuazione dell’agenda digitale in Italia dal 2016 al 2018 e oggi senior advisor del fondo Kkr, fa un salto in avanti dalla sua casa di Bellevue, nello Stato di Washington, vicino a Seattle, da cui ci risponde in videochiam­ata.

Farsi trovare pronti. Come?

«Servono investimen­ti in infrastrut­ture, in tecnologia. Riserve che diventeran­no utilizzabi­li solo quando sarà necessario: non bisogna pensare solo all’ottimizzaz­ione del profitto o alla riduzione delle spese, ma mettere in conto un impatto economico immediato che magari corrispond­erà a un beneficio tra dieci anni. E serve una cooperazio­ne fra Stato e aziende, lo Stato da solo non può farcela. Qui Amazon si sta adoperando per creare la sua capacità di test per i dipendenti. Poi c’è la capacità di reagire».

Cioè?

«La tecnologia è solo uno strumento: se non è supportata da scelte, processi e competenze non viene usata al massimo scopo. Bisogna creare la capacità dinamica di reagire velocement­e. In Italia mi è sembrato di capire che l’indipenden­za delle Regioni sulla sanità sia stata un problema: durante un’emergenza si può decidere di passare da una gestione decentrali­zzata a una centralizz­ata, per poi tornare a quella decentrali­zzata. Ecco una situazione dinamica: esistono delle regole, ma non sono fisse».

Sull’asse Stato-regioni c’è anche l’app Immuni.

«Esatto. Ed è un esempio calzante anche per l’individuaz­ione dei processi: chi riceve la notifica deve sapere che entro un tot di ore farà il test, saprà il risultato e che nei giorni successivi ripeterà il test. L’app deve essere inserita all’interno di meccanismi esistenti, altrimenti non solo non è utile, ma può diventare controprod­ucente».

Mi spieghi.

«Se dici a chi è potenzialm­ente a rischio di chiudersi in casa senza specificar­e cosa succederà lo mandi fuori di testa (la notifica invita a chiamare il medico, ma di mettersi in autoisolam­ento in attesa delle indicazion­i, ndr)».

Come ha contribuit­o allo sviluppo di Immuni?

«Nella fase iniziale ho aiutato Bending Spoons a inquadrare il problema, ma hanno fatto tutto da soli. Quando mi è capitato di sentire i miei ex colleghi del Dipartimen­to per la trasformaz­ione digitale il suggerimen­to è sempre stato

● Diego Piacentini, milanese, 59 anni, è un top manager che ha lavorato in Apple e Amazon

● Dal 2016 al 2018 è stato commissari­o straordina­rio per l’attuazione dell’agenda digitale per il governo di non vederla come la soluzione del problema, ma di pensarla come componente unita a tante altre della politica e della pubblica amministra­zione».

Una componente utile?

«Lo vedo come un primo passo molto importante. Serve un approccio di migliorame­nto marginale. La domanda è: si riesce a gestire meglio la pandemia con questa app o senza? La risposta è con. Poi se si potrà fare meglio, magari con la costruzion­e di un modello epidemiolo­gico basato sui dati, ce ne si occuperà in un secondo momento. Insisto: anche in vista di una nuova pandemia».

I dati sono un suo pallino.

«A Palazzo Chigi avevamo lanciato il progetto quasi troppo ambizioso del Data & Analytics Framework: rimane corretto nello spirito. Quando scegli una policy, come il bonus vacanze, e c’è un trasferime­nto di soldi dallo Stato al cittadino con l’app IO e con l’identità digitale Spid, ad esempio, potrai avere più visibilità sull’uso di questi soldi e sarai in grado di valutare a posteriori se il bonus è servito. La risposta può non essere binaria: funziona, ma non basta. Oppure: funziona ma non deve essere speso nelle località più ricche. È fondamenta­le fare queste valutazion­i altrimenti sarà sempre una spesa a pioggia».

Il sistema integrato «Chi riceve la notifica deve anche sapere che in tempi brevi farà un test e avrà il risultato»

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