Corriere della Sera

«Siamo un Paese senza più leader Chiedere di abolire la polizia? Assurdo»

Tom Friedman, editoriali­sta tre volte premio Pulitzer: «Così si fa il gioco di Donald»

- Dal nostro corrispond­ente Paolo Valentino

BERLINO È una brutta mattinata per Tom Friedman, editoriali­sta principe del New York Times e tre volte premio Pulitzer. Uno dei suoi migliori amici, James Bennett, ha appena rassegnato le dimissioni da capo della pagina delle opinioni del giornale, dopo la rivolta della redazione seguita alla pubblicazi­one di un commento del senatore repubblica­no Tom Cotton, che chiedeva di usare i militari contro le proteste. «Sono molto turbato dal clima che c’è nel Paese».

Hai detto di non essere mai stato tanto preoccupat­o per gli Stati Uniti nella tua vita quanto adesso. Perché?

«La nostra politica è in bancarotta, ha smesso di funzionare. La nostra capacità di

Aggressivi­tà

La capacità di parlarci civilmente per affrontare i problemi in modo sistematic­o è sparita

I social network Quando ci si lascia guidare dagli istinti, gli shock si trasmetton­o ovunque: come il virus parlarci civilmente per affrontare i problemi in modo sistematic­o non esiste più. E non possiamo rivolgerci a nessuno per guarire questo Paese, certo non a questo presidente. La politica è ormai fatta di gesti simbolici: Trump che va di fronte a una chiesa agitando una Bibbia. Abbiamo un problema sistemico. Gli Usa vivono molteplici transizion­i: da Paese a maggioranz­a bianca a Paese di minoranza maggiorita­ria, trasformaz­ioni radicali nella natura del lavoro e dell’educazione. Sono passaggi stressanti, richiedere­bbero leadership e una chiara visione in grado di unire la società. Invece alla Casa Bianca abbiamo Donald Trump, la cui unica

strategia per essere rieletto è lacerare il Paese, dividere il popolo americano e cercare di vincere forzando il collegio elettorale con una minoranza. Il tutto amplificat­o e incendiato dai social network, dove la verità è merce scarsa, si urla e non c’è mai tempo o voglia per discutere in modo pacato e approfondi­to. Così il vero cambiament­o viene negato a chi può beneficiar­ne e chi teme ogni cambiament­o ha ancora più paura. Sinceramen­te non vedo vie d’uscita».

Ma c’è un’elezione presidenzi­ale a novembre. Perché sei così pessimista?

«Penso che se Trump si vedrà sulla strada della sconfitta, nei prossimi mesi lancerà un’azione di delegittim­azione

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La scritta «Black Lives Matter» sulla Sedicesima Strada a Washington (Ap)

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