Corriere della Sera

Noi, spazzini del mare

- Mgasperett­i@corriere.it

stata la scoperta di un mare diviso in due realtà contrappos­te.

La prima, per lo più in superficie, è apparsa dopo mesi di lockdown con il crollo del traffico di navi mercantili e da crociera ma anche dei piccoli natanti. Miracolo. Le balene sono emerse come un miraggio davanti all’isola d’elba; colonie di delfini danzanti si sono esibiti davanti alle coste della Liguria in un’acqua cristallin­a come non mai. E anche il profumo di salmastro è apparso più salubre.

La seconda, che riguarda invece le profondità, si è però mostrata ancora una volta con

Spazzamare

È il nome dell’iniziativa che è stata organizzat­a dalla Guardia Costiera e dall’unione Europea e che ha visto immergersi nei mari italiani anche centinaia di volontari alla ricerca di ogni tipo di rifiuto. A destra il gruppo di Porto Rotondo il volto deturpato dall’inquinamen­to. In meno di una giornata e con il mare mosso, i sub della guardia costiera e i volontari hanno raccolto una quantità incredibil­e di rifiuti (le oltre dieci tonnellate appunto) e i loro occhi hanno visto cose che le creature del mare non avrebbero mai dovuto vedere: fondali deturpati, turbini velenosi di microplast­iche, desolazion­e e sofferenza.

Eppure, nonostante il lato oscuro, quella di ieri è stata una giornata memorabile. «Insieme a noi hanno operato quasi mille volontari dei centri di immersione di tutta Italia

Isola d’elba

Il lockdown ha fatto crollare anche il traffico delle navi e sono tornate le balene

— racconta il comandante Cosimo Nicastro, portavoce della Guardia costiera — che hanno voluto dedicare la loro prima grande immersione del dopo lockdown alla pulizia del mare. Hanno operato accanto ai nostri nuclei sub con l’appoggio di un centinaio di mezzi navali e tutti hanno lavorato con un impegno assoluto».

Quella di ieri è stata una grande missione ecologica ma anche pedagogica, un esempio per tutti. «Perché la battaglia per salvare il mare si deve combattere tutti insieme — continua il comandante Nicastro — e tutti devono capire che qualunque cosa si getti in acqua torna sulla terra nei modi più diversi e più avvelenata che mai».

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Un sub della Guardia Costiera impegnato in un’operazione di pulizia dei fondali (foto diffuse dalla Guardia Costiera)
In profondità Un sub della Guardia Costiera impegnato in un’operazione di pulizia dei fondali (foto diffuse dalla Guardia Costiera)
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