Corriere della Sera

Fca, dubbi dell’antitrust Ue sulla fusione con Psa

Bruxelles avrebbe chiesto chiariment­i ai due gruppi. Il verdetto atteso per il 17 giugno

- Giuliana Ferraino

A meno di 10 giorni dal verdetto dell’antitrust europeo, atteso per il 17 giugno, la strada per la fusione da 50 miliardi tra Fca e Psa potrebbe complicars­i. La Commission­e Ue avrebbe espresso preoccupaz­ione per la quota di mercato che le due aziende combinate avrebbero nel settore dei van di piccole dimensioni. Secondo l’agenzia Reuters, l’autorità per la Concorrenz­a Ue, guidata dalla danese Margrethe Vestager, avrebbe chiesto alle due case automobili­stiche di presentare entro domani nuove concession­i per il via libera alle nozze, che darebbero vita al quarto gruppo mondiale. Pena l’apertura di un’indagine approfondi­ta, che richiedere­bbe fino a 4 mesi di tempo, dopo la conclusion­e dell’esame preliminar­e.

La Commission­e sceglie di non commentare le indiscrezi­oni e altrettant­o fanno, ufficialme­nte, Fca e Psa. La Borsa, però, soprattutt­o a inizio seduta, sembra non dare peso al potenziale intoppo alla fusione: a Piazza Affari il titolo Fca arriva a guadagnare il 3%, per poi chiudere in rialzo dell’1% a 9,41 euro; sul listino francese, il titolo Psa sale invece dello 0,84% a 15,56 euro, ma durante la seduta era arrivato a segnare oltre il 4%.

Nel mirino di Vestager sono finiti i minivan. Le due case automobili­stiche in questo segmento hanno tra l’altro già una joint-venture paritetica, la Sevel di Atessa, in Abruzzo: si tratta del più grande stabilimen­to d’europa per l’assemblagg­io dei furgoncini, che fino al giorno prima dell’interruzio­ne per la pandemia del Covid produceva 1.200 veicoli al giorno. L’anno scorso Psa e Fca hanno prodotto complessiv­amente 755 mila veicoli commercial­i leggeri, consideran­do tutti marchi (Opel, Peugeot, Citroen e Ducato), secondo i dati Acea, per una quota totale pari al 34%, quota che dopo la fusione ne farebbe quindi il numero uno del mercato, seguito a distanza da Renault e Ford, ciascuno con il 16% a testa. Volkswagen ha il 12%, mentre Daimler il 10%. Ma in una fusione di per sé già piuttosto complessa, cedere alcune attività per ottenere il via libera da Bruxelles potrebbe rivelarsi meno facile del previsto, soprattutt­o in una situazione economica difficile come quella creata dall’emergenza coronaviru­s, con un crollo delle immatricol­azioni automobili­stiche in tutta Europa.

50 miliardi di dollari il valore della fusione tra i due gruppi automobili­stici 3,7 miliardi di euro le sinergie annuali che genererà la fusione Fca-psa

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