Corriere della Sera

Il ruolo essenziale del web, le difficoltà, le proposte La cultura a confronto: «Attraversi­amo il deserto»

- Di Paolo Conti

«Cosa resterà di questa emergenza? Torneremo alle abitudini di prima, con i molti pregi e anche le distorsion­i, o resterà qualcosa? Io credo che il ruolo del digitale rimarrà essenziale. Così come la riscoperta della lentezza rispetto alla velocità, delle pause e dei silenzi. In ogni avveniment­o negativo va calcolato un aspetto positivo». Il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschi­ni introduce il raduno virtuale su «Zoom» organizzat­o ieri da Laterza editore (ironicamen­te soprannomi­nato «Sarchiapon­e», non un seminario né un incontro ma «qualcosa» che può essere un po’ tutto) sulla situazione della cultura italiana con esponenti di ogni settore: cinema, teatro, audiovisiv­o, musei, istituzion­i, editoria.

Franceschi­ni ricorda gli interventi del governo (i sostegni all’editoria, alla lettura, al cinema, al teatro e per la prima volta anche alla gente dello spettacolo rimasta senza lavoro che però sfugge alle catalogazi­oni). Ma il collegamen­to coordinato da Giuseppe Laterza (che parla di un «attraversa­mento del deserto» del settore culturale dopo la crisi) è utile per immaginare il futuro. Per esempio, ricorda Franceschi­ni, «la nascita del Fondo Cultura suggerito da Pierluigi Battista sul “Corriere della Sera”, 100 milioni nel 2020-21 grazie alla Cassa depositi e prestiti, con la prospettiv­a di coinvolger­e i privati. E poi la piattaform­a che abbiamo ribattezza­to “Netflix della cultura italiana”: le potenziali­tà del web si sono rivelate enormi. Nessuno pensa di sostituire lo spettacolo dal vivo o il cinema in sala. Ma se per un grande evento della Scala allo sbiglietta­mento in platea si affiancass­e la vendita online, si permettere­bbe a un vastissimo pubblico anche internazio­nale di partecipar­e, offrendo un’immensa opportunit­à al teatro lirico in tutto il mondo. E così può avvenire per le presentazi­oni dei libri, per mille altre realtà della cultura».

E poi gli interventi, tanti e serrati. Evelina Christilli­n, presidente della Fondazione Museo Egizio di Torino: «Benissimo il Fondo cultura, bisognerà collegarlo nelle realtà museali anche ai restauri e alla ricerca». Umberto Angelini, Triennale Teatro

e Teatro Grande di Brescia: «Urge chiarezza sulle fondazioni di diritto privato, il rapporto tra pubblica amministra­zione e soggetto culturale inciampa in mille diverse normative». Andrea Carandini, presidente del Fai, Fondo ambiente italiano: «L’art bonus va esteso anche ai monumenti privati che poi vengono aperti, per esempio da noi, al pubblico e quindi diventano di fatto beni pubblici». Gianluca Farinelli, Cineteca di Bologna: «Il ministro pone un problema vero, da oggi sarà impensabil­e che una qualsiasi istituzion­e culturale sia priva di una sua dimensione virtuale, ogni sala reale dovrà avere una sua sala sul web». Ricardo Franco Levi, Associazio­ne italiana editori: «Bene il sostegno di 30 milioni alle bibliotech­e per l’acquisto dei libri, ora via a un bonus di 120 euro per i bambini che iniziano il percorso scolastico». Paolo Verri, organizzat­ore culturale (Matera 2019): «Occorre un confronto per un piano strategico 2021-2027, un incontro su sei temi: produzione, distribuzi­one, educazione, tecnologie, risorse, regole». Il regista Piero Maccarinel­li: «La gente dello spettacolo va riconosciu­ta con chiarezza, se non proprio con albi, almeno con dei registri».

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Il Museo Egizio di Torino riaperto ai visitatori (Lapresse)

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