Il ruolo essenziale del web, le difficoltà, le proposte La cultura a confronto: «Attraversiamo il deserto»
«Cosa resterà di questa emergenza? Torneremo alle abitudini di prima, con i molti pregi e anche le distorsioni, o resterà qualcosa? Io credo che il ruolo del digitale rimarrà essenziale. Così come la riscoperta della lentezza rispetto alla velocità, delle pause e dei silenzi. In ogni avvenimento negativo va calcolato un aspetto positivo». Il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini introduce il raduno virtuale su «Zoom» organizzato ieri da Laterza editore (ironicamente soprannominato «Sarchiapone», non un seminario né un incontro ma «qualcosa» che può essere un po’ tutto) sulla situazione della cultura italiana con esponenti di ogni settore: cinema, teatro, audiovisivo, musei, istituzioni, editoria.
Franceschini ricorda gli interventi del governo (i sostegni all’editoria, alla lettura, al cinema, al teatro e per la prima volta anche alla gente dello spettacolo rimasta senza lavoro che però sfugge alle catalogazioni). Ma il collegamento coordinato da Giuseppe Laterza (che parla di un «attraversamento del deserto» del settore culturale dopo la crisi) è utile per immaginare il futuro. Per esempio, ricorda Franceschini, «la nascita del Fondo Cultura suggerito da Pierluigi Battista sul “Corriere della Sera”, 100 milioni nel 2020-21 grazie alla Cassa depositi e prestiti, con la prospettiva di coinvolgere i privati. E poi la piattaforma che abbiamo ribattezzato “Netflix della cultura italiana”: le potenzialità del web si sono rivelate enormi. Nessuno pensa di sostituire lo spettacolo dal vivo o il cinema in sala. Ma se per un grande evento della Scala allo sbigliettamento in platea si affiancasse la vendita online, si permetterebbe a un vastissimo pubblico anche internazionale di partecipare, offrendo un’immensa opportunità al teatro lirico in tutto il mondo. E così può avvenire per le presentazioni dei libri, per mille altre realtà della cultura».
E poi gli interventi, tanti e serrati. Evelina Christillin, presidente della Fondazione Museo Egizio di Torino: «Benissimo il Fondo cultura, bisognerà collegarlo nelle realtà museali anche ai restauri e alla ricerca». Umberto Angelini, Triennale Teatro
e Teatro Grande di Brescia: «Urge chiarezza sulle fondazioni di diritto privato, il rapporto tra pubblica amministrazione e soggetto culturale inciampa in mille diverse normative». Andrea Carandini, presidente del Fai, Fondo ambiente italiano: «L’art bonus va esteso anche ai monumenti privati che poi vengono aperti, per esempio da noi, al pubblico e quindi diventano di fatto beni pubblici». Gianluca Farinelli, Cineteca di Bologna: «Il ministro pone un problema vero, da oggi sarà impensabile che una qualsiasi istituzione culturale sia priva di una sua dimensione virtuale, ogni sala reale dovrà avere una sua sala sul web». Ricardo Franco Levi, Associazione italiana editori: «Bene il sostegno di 30 milioni alle biblioteche per l’acquisto dei libri, ora via a un bonus di 120 euro per i bambini che iniziano il percorso scolastico». Paolo Verri, organizzatore culturale (Matera 2019): «Occorre un confronto per un piano strategico 2021-2027, un incontro su sei temi: produzione, distribuzione, educazione, tecnologie, risorse, regole». Il regista Piero Maccarinelli: «La gente dello spettacolo va riconosciuta con chiarezza, se non proprio con albi, almeno con dei registri».