Corriere della Sera

Il «graffio» della scrittrice (scoperto da suo figlio)

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Una frase sentinella avverte subito i lettori: «Spesso la bruttezza è più facile da guardare della bellezza o dell’armonia». Attenzione a chi guarda e a chi è guardato, nel vivace romanzo inedito e postumo di Françoise Sagan (1935-2004), I quattro angoli del cuore del quale proponiamo in queste pagine l’incipit, e che sarà in libreria giovedì 11 giugno per Solferino (traduzione di Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio, pp. 208, 17).

Postumo, inedito e incompiuto: lo spiega nell’introduzio­ne il figlio della grande scrittrice francese, Denis Westhoff (nato dal matrimonio con Bob Westhoff), che ha ritrovato il manoscritt­o e ne ha curato l’edizione, colpito da «l’assoluta libertà, il distacco, l’umorismo graffiante e l’audacia» del testo. E il graffio di Sagan colpisce a fondo: in una ricca casa di campagna, «di cattivo gusto costosissi­mo», vive una famiglia di possidenti, composta da Henri Cresson, padre affarista e ruvido, la moglie Sandra, Ludovic, figlio reduce da un incidente stradale (come accadde alla stessa scrittrice) che lo ha lasciato svanito e pazzo, e l’annoiata consorte Marielaure, figlia della lacrimosa Fanny. Proprio lo sguardo di Ludovic, docile e arreso, è l’unico a cercare la bellezza nella famiglia mossa da odiose manie, e a trovarla nell’amore più scandaloso. Con gusto per il paradosso, Sagan mette a nudo la pazzia di una società pigra e arricchita, e la saggezza di un eroe capace di amare. (ida bozzi)

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