Corriere della Sera

«Serietà per avere i fondi»

- di Maria Teresa Meli

«Ifondi europei arriverann­o all’italia solo con programmi seri» dice il capogruppo pd alla Camera, Graziano Delrio.

Delrio: a Colao non avrei chiesto di affrontare l’universo mondo

Onorevole Graziano Delrio, il Pd chiede al governo un salto di qualità: che significa?

«Farò degli esempi molto concreti. Prendiamo la Sanità: a detta dell’oms abbiamo uno dei migliori sistemi sanitari al mondo. Possiamo puntare ad avere il migliore in assoluto. Investendo nella ricerca, puntando sulla sanità territoria­le. E poi c’è la scuola. Peraltro erano proprio i due punti che avevamo inserito nel programma di governo: il rafforzame­nto della scuola e della sanità pubblica. La scuola avrebbe bisogno di Stati generali a parte. Queste sono le cose importanti. Io ho molto rispetto e ritengo davvero utili le schede che sono state prodotte da Colao, però non gli avrei dato un mandato di affrontare l’universo mondo. Avrei chiesto a Colao di fare la parte che conosce bene, cioè l’industria e lo sviluppo economico. Ma per esempio su infrastrut­ture e trasporti ci sono carenze di analisi e di conoscenza perché non si tiene conto dei piani strategici già in essere. Ne posso fornire copia».

Perché allora siete stati così freddi sugli Stati generali?

«Noi non siamo freddi sull’idea di darsi una visione per i prossimi venti anni. Anzi siamo stati noi a sollecitar­la, chiedendo progetti di medio e lungo respiro. Anche perché è l’unico modo per intercetta­re i fondi europei. Non è vero che questi soldi arriverann­o a prescinder­e. Arriverann­o solo se avremo fatto programmi seri. Ci vuole quindi un progetto basato sui dati e non sulle chiacchier­e. Non si può sbagliare: purtroppo questa crisi ha proporzion­i tali e avrà conseguenz­e sociali tali che se non facciamo bene non ci sarà un’altra occasione. Il Pd quindi ha sollevato alcune questioni per aiutare, non per dare lezioni. Ripeto, ciò che conta è fare bene».

● Graziano Delrio, 60 anni, capogruppo del Pd alla Camera

Insomma, niente improvvisa­zioni.

«Sì, un lavoro più approfondi­to che parta non da analisi ideologich­e. Il come non è indifferen­te».

Questi sono progetti di lungo e medio periodo, ma le crisi industrial­i vanno risolte subito...

«Queste crisi hanno caratteris­tiche rilevanti e sono aggravate da questa crisi globale e quindi bisogna darsi la forza e la pazienza di decidere strategie nuove. Prendiamo un settore che conosco bene. È sbagliato occuparsi di Alitalia e non dell’altro 70 per cento del trasporto aereo in Italia che è funzionale al turismo. Il Mezzogiorn­o in questi anni ha vissuto di turismo grazie al fatto che aeroporti come a Napoli, Palermo Catania, Bari, Cagliari e Olbia erano serviti dalle low cost. Se vogliamo salvare il turismo e il trasporto aereo non possiamo discutere solo della statalizza­zione di Alitalia che può essere fatta esclusivam­ente in presenza di un piano industrial­e serio e credibile».

E i rapporti con i Cinque Stelle come procedono?

«Quello che stiamo facendo con loro qui in Parlamento è molto proficuo. Sul decreto liquidità abbiamo fatto un gran lavoro insieme a loro e stiamo cercando di fare lo stesso sul decreto Rilancio. Quindi qui il bilancio è positivo perché ci si confronta senza ideologie. Questo lavoro meriterebb­e più tempo e invece noi siamo bloccati su decreti come quello delle elezioni. Comunque mi sembra che questa esperienza di governo stia facendo crescere una classe dirigente che condivide alcuni ideali. Io quindi da questo punto di vista sono ottimista».

Ma sul Mes le visioni sono ancora divergenti.

«Ha ragione, su questo punto noi siamo molto chiari. Il Mes da baco è diventato farfalla. Si continua a commentare il Mes come fosse quello di prima ma così non è. Quindi nel momento in cui questi soldi sono disponibil­i vanno fatte valutazion­i molto libere e non ideologich­e».

Il Pd insiste anche sulla semplifica­zione.

«È il grande problema di questo Paese. Dobbiamo semplifica­re le nostre leggi, riducendo la produzione legislativ­a e quella dei decreti attuativi. La pubblica amministra­zione non deve essere più vista come una complicazi­one. Ma ci sono altre due cose che mi premono. Come dice Mattarella dobbiamo investire sulle comunità di vita. Il rilancio del Paese non può avvenire nell’inverno demografic­o. Perciò mi auguro che il Parlamento finisca presto l’esame dell’assegno unico per i figli e che la ministra Bonetti approvi presto il Family Act. E poi io credo che sia venuto il momento di fare quello che l’italia fece nell’immediato dopoguerra perché nei periodi di crisi occorre fare scelte radicali. Allora fecero la scelta europea. Adesso è il momento che l’italia proponga un salto di qualità dell’europa dal punto di vista politico. Bisogna approfitta­re del semestre a guida tedesca per proporre insieme a Francia e Spagna un salto di qualità per un Europa politica che abbia per esempio una difesa comune vera. È di questo che abbiamo bisogno, di un grande sogno europeo».

Questa crisi avrà tali proporzion­i che se non facciamo bene non ci sarà un’altra occasione

Quello che serve è un lavoro più profondo che parta non da analisi ideologich­e

Il Mes da baco è diventato farfalla C’è chi commenta come fosse quello di prima

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Sharm el Sheik, vertice tra Ue e Lega Araba del 25 febbraio 2019: il premier Giuseppe Conte incontra il presidente egiziano Abdel Fattah al-sisi
Bilaterale Sharm el Sheik, vertice tra Ue e Lega Araba del 25 febbraio 2019: il premier Giuseppe Conte incontra il presidente egiziano Abdel Fattah al-sisi
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