Perché la curva dei casi in Lombardia continua a calare più lentamente
La discesa è costante anche tra i malati più gravi Il nodo dei pazienti che non si negativizzano
1 Un quarto sono vecchi malati
Dei 200 nuovi positivi che emergono dall’ultimo bollettino della Regione Lombardia, ci sono 7 casi da Rsa e 4 operatori sanitari, quindi un’incidenza più bassa delle ultime settimane — spiega Marcello Tirani, epidemiologo Dg Welfare Regione Lombardia —. Sono 58 quelli intercettati attraverso lo screening sierologico: questo significa che resta una quota, generalmente pari a un quarto dei casi, che emerge dai test degli anticorpi: sono malati «vecchi», con diagnosi nuova. Gli altri sono contagi segnalati dai medici di base.
2 Il peso dei numeri assoluti
Nella prima settimana di giugno i positivi sono 1.227. Erano 1.858 in quella tra il 25 e il 31 maggio; 2.266 in quella tra il 18 e il 24 e 3.337 tra l’11 e il 17. Il trend è in costante calo, ma la Lombardia paga i numeri record iniziali dove i casi sono arrivati a crescere di 3.200 in 24 ore. Nonostante l’aumento da un giorno all’altro ora sia quasi sempre sotto all’1%, i contagi in numero assoluto restano più alti del resto d’italia. Considerando anche la vastità abitativa della regione. 3 In isolamento sono ancora in oltre 15 mila
Dei 18.297 attualmente positivi nella regione, 15.541 sono in isolamento domiciliare. Tecnicamente quello è il «serbatoio» più lungo da svuotare, dal momento che per essere considerati guariti a tutti gli effetti serve un doppio tampone negativo eseguito a distanza di 24 ore. Se anche solo uno dei due risulta leggermente positivo, si resta in quarantena e l’esame viene ripetuto a distanza di una settimana. E non sono pochi i casi di chi sta ripetendo l’esame anche sei-sette volte, rimanendo quindi, anche se senza sintomi evidenti, in quella casella.
4 Sorveglianza attiva e focolai domestici
La progressione di discesa della curva dei contagi è costante, ma scende più lentamente che da altre parti d’italia anche per il perdurare di focolai domestici spesso generati dalla difficoltà di isolare la persona ancora positiva in casa. Le oscillazioni quotidiane dei bollettini ufficiali poi dipendono, come ormai abbiamo capito, dalla capacità di smaltire i tamponi dei laboratori che, per esempio, non sempre nel fine settimana caricano nel sistema di sorveglianza i risultati, ma a volte li comunicano solo il lunedì.
5 Rianimazione, meno di 100 i pazienti
Per quello che riguarda i malati in Terapia intensiva la curva finalmente sta scendendo in modo marcato e tangibile. Vuole dire che in molti escono dalla Rianimazione e in pochi entrano. Nel momento di picco i malati in ventilazione artificiale sono arrivati a quota 1.400, mentre ieri sono scesi sotto quota 100, a 96 casi. Per fortuna attualmente sono poche le persone che si ammalano in modo grave. Scende in modo netto anche il numero degli ospedalizzati, ora ampiamente sotto quota 3.000, a 2.660, dopo essere stato a 12 mila nel momento più critico che si è registrato a inizio aprile.
6 Venti giorni per spegnere l’epidemia
I calcoli per capire quando ci sarà anche in Lombardia il contagio zero sono azzardati perché risentono di numerose variabili e dei rimbalzi che possono produrre i piccoli focolai. Ma, considerando la media di riduzione di casi intorno ai 500 alla settimana nell’ultimo mese, l’epidemiologo Marcello Tirani stima che fra una ventina di giorni anche la Lombardia potrebbe avvicinarsi ai numeri minimi delle altre Regioni. Seguendo lo stesso trend, le Terapie intensive potrebbero svuotarsi entro fine mese dai malati di Covid-19.