Corriere della Sera

Perché la curva dei casi in Lombardia continua a calare più lentamente

La discesa è costante anche tra i malati più gravi Il nodo dei pazienti che non si negativizz­ano

- di Stefano Landi e Simona Ravizza

1 Un quarto sono vecchi malati

Dei 200 nuovi positivi che emergono dall’ultimo bollettino della Regione Lombardia, ci sono 7 casi da Rsa e 4 operatori sanitari, quindi un’incidenza più bassa delle ultime settimane — spiega Marcello Tirani, epidemiolo­go Dg Welfare Regione Lombardia —. Sono 58 quelli intercetta­ti attraverso lo screening sierologic­o: questo significa che resta una quota, generalmen­te pari a un quarto dei casi, che emerge dai test degli anticorpi: sono malati «vecchi», con diagnosi nuova. Gli altri sono contagi segnalati dai medici di base.

2 Il peso dei numeri assoluti

Nella prima settimana di giugno i positivi sono 1.227. Erano 1.858 in quella tra il 25 e il 31 maggio; 2.266 in quella tra il 18 e il 24 e 3.337 tra l’11 e il 17. Il trend è in costante calo, ma la Lombardia paga i numeri record iniziali dove i casi sono arrivati a crescere di 3.200 in 24 ore. Nonostante l’aumento da un giorno all’altro ora sia quasi sempre sotto all’1%, i contagi in numero assoluto restano più alti del resto d’italia. Consideran­do anche la vastità abitativa della regione. 3 In isolamento sono ancora in oltre 15 mila

Dei 18.297 attualment­e positivi nella regione, 15.541 sono in isolamento domiciliar­e. Tecnicamen­te quello è il «serbatoio» più lungo da svuotare, dal momento che per essere considerat­i guariti a tutti gli effetti serve un doppio tampone negativo eseguito a distanza di 24 ore. Se anche solo uno dei due risulta leggerment­e positivo, si resta in quarantena e l’esame viene ripetuto a distanza di una settimana. E non sono pochi i casi di chi sta ripetendo l’esame anche sei-sette volte, rimanendo quindi, anche se senza sintomi evidenti, in quella casella.

4 Sorveglian­za attiva e focolai domestici

La progressio­ne di discesa della curva dei contagi è costante, ma scende più lentamente che da altre parti d’italia anche per il perdurare di focolai domestici spesso generati dalla difficoltà di isolare la persona ancora positiva in casa. Le oscillazio­ni quotidiane dei bollettini ufficiali poi dipendono, come ormai abbiamo capito, dalla capacità di smaltire i tamponi dei laboratori che, per esempio, non sempre nel fine settimana caricano nel sistema di sorveglian­za i risultati, ma a volte li comunicano solo il lunedì.

5 Rianimazio­ne, meno di 100 i pazienti

Per quello che riguarda i malati in Terapia intensiva la curva finalmente sta scendendo in modo marcato e tangibile. Vuole dire che in molti escono dalla Rianimazio­ne e in pochi entrano. Nel momento di picco i malati in ventilazio­ne artificial­e sono arrivati a quota 1.400, mentre ieri sono scesi sotto quota 100, a 96 casi. Per fortuna attualment­e sono poche le persone che si ammalano in modo grave. Scende in modo netto anche il numero degli ospedalizz­ati, ora ampiamente sotto quota 3.000, a 2.660, dopo essere stato a 12 mila nel momento più critico che si è registrato a inizio aprile.

6 Venti giorni per spegnere l’epidemia

I calcoli per capire quando ci sarà anche in Lombardia il contagio zero sono azzardati perché risentono di numerose variabili e dei rimbalzi che possono produrre i piccoli focolai. Ma, consideran­do la media di riduzione di casi intorno ai 500 alla settimana nell’ultimo mese, l’epidemiolo­go Marcello Tirani stima che fra una ventina di giorni anche la Lombardia potrebbe avvicinars­i ai numeri minimi delle altre Regioni. Seguendo lo stesso trend, le Terapie intensive potrebbero svuotarsi entro fine mese dai malati di Covid-19.

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