Corriere della Sera

La delusione della task force dopo le critiche dei politici

- Enrico Marro

Il giorno dopo è difficile trovare qualcuno tra i 23 esperti (economisti, sociologi, manager) del comitato presieduto da Vittorio Colao che sia contento. Le reazioni suscitate dal loro rapporto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su come rilanciare l’italia sono state generalmen­te negative. Per ora nessuno reagisce ufficialme­nte perché, spiegano, «ci siamo dati la regola del silenzio e l’unico che può parlare è Colao». Ma, con la promessa dell’anonimato, si raccolgono commenti diversi, dettati anche dalle differenti provenienz­e profession­ali ed esperienze con le istituzion­i.

Sì, non ho firmato il piano, mi sono dedicata ad un lavoro per il premier con una nuova squadra Mariana Mazzucato

C’è chi è sorpreso di «tanta attenzione e tanta cattiveria» e chi invece, avendone viste molte, con una scrollata di spalle osserva: «C’era da aspettarse­lo, questo è il Paese delle polemiche e invece lo spirito del rapporto è proprio quello di invitare alla condivisio­ne delle proposte, fatte con l’unico scopo di aiutare il Paese in questa fase difficilis­sima». Tutti sono stupiti, alcuni anche arrabbiati, del fatto che si rimproveri alla commission­e di aver avanzato troppe proposte (102, a loro volta articolate in sottopropo­ste) invece di selezionar­le. «Ma fare le scelte spetta alla politica, non agli esperti», è l’affermazio­ne ricorrente. L’altra è che ci sono tante proposte perché si è seguito un «approccio sistemico», per offrire una ricetta completa sul da farsi «a partire dai punti di forza e debolezza del Paese», come si spiega nella stessa introduzio­ne del rapporto.

Certo, in qualcuno il dubbio che il documento possa finire dimenticat­o in qualche cassetto, come per esempio accadde al rapporto Cottarelli sulla spending review, si insinua. Uno dei 23 esperti del comitato, Mariana Mazzucato, si è addirittur­a defilata, rinunciand­o a firmare il rapporto Colao. Ma in pochi si sono sorpresi, visto che l’economista dell’università di Londra, è una paladina del protagonis­mo dello Stato nell’economia, molto più di quanto recepito nelle 102 proposte. Mazzucato comunque non fa polemiche e ieri, audita su altro nella commission­e Politiche Ue della Camera, si è limitata a dire che «non ho firmato perché mi sono dedicata molto più al lavoro sulla mission che abbiamo con una nuova squadra, con dei giovani», cioè al ruolo di consulente del presidente del Consiglio che le ha affidato lo stesso Conte. Come dire: ho cose più importanti da fare, non proprio un compliment­o ai suoi colleghi.

Ora molti professori del comitato Colao aspettano gli Stati generali dell’economia, annunciati dallo stesso premier, come una prova del nove. Sarà lì, nel confronto con le parti sociali, che si vedrà se e quanto il presidente del Consiglio userà il lavoro («ci siamo dedicati giorno e notte, senza soste», spiega uno dei 20) del comitato. Le premesse non sono le migliori, a sentire il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano: «È arrivato un contributo della task force di Colao, che ringrazio. Ma ci presentere­mo alle parti sociali con una nostra proposta».

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