Il primato degli Emirati: la sonda Amal vola su Marte
Sarà Amal, speranza, a portare Dubai su Marte. Ancora poche settimane e gli Emirati diventeranno il primo Paese arabo a lanciare una sonda alla scoperta del Pianeta Rosso. Tutto è pronto per il lancio della navicella senza pilota che decollerà il 14 luglio trasportata da un razzo giapponese dall’isola di Tanegashima. Amal ha un obiettivo ambizioso e inedito rispetto alle missioni su Marte del passato, dominate da Nasa e Agenzia spaziale europea, l’esa: rimarrà in orbita un intero anno marziano, 687 giorni, per monitorare costantemente il clima del pianeta e capire perché e come la sua atmosfera abbia perso idrogeno e ossigeno. «Finora non c’era mai stata una missione per raccogliere i dati meteo completi di Marte durante un intero anno e in ogni momento del giorno», osserva Sarah Al Amiri, ministra 33enne per le Scienze avanzate e responsabile del programma. Vorremmo capire come Marte si sia trasformato da pianeta con fiumi e laghi a luogo senza acqua in superficie. Ci preoccupa che ci sia un pianeta nel nostro sistema solare in cui clima e atmosfera sono cambiati fino alla scomparsa dall’acqua in superficie».
Amal dovrebbe impiegare almeno sette mesi per raggiungere la meta: e quando a febbraio, se tutto va bene, arriverà a destinazione troverà un pianeta «affollato», visto che anche Nasa, Esa e Cina stanno organizzando altre partenze a luglio, approfittando della posizione ravvicinata dei due pianeti in quel periodo.
È previsto che la sonda mandi indietro la sua analisi dei dati entro il 2 dicembre 2021, quando ricorrerà la 50esima Giornata nazionale degli Emirati Arabi Uniti. Una coincidenza simbolica, emblematica della rotta intrapresa: l’ex protettorato britannico vuole rilanciarsi come potenza tecnologica, andando oltre il petrolio e il gas. «Per noi questa missione rappresenta la transizione a un’economia basata su creatività e conoscenza», sintetizza la ministra. Amal deve preparare il terreno al progetto del primo insediamento umano su Marte entro il 2117. Più che una speranza, un’ambizione.