Strega, Veronesi in testa
La cinquina diventa sestina con Carofiglio, Parrella, Ferrari, Mencarelli, Bazzi
Itempi della baldoria culturale, degli abbracci, delle complici strette di mano in casa Bellonci sono un ricordo lontano. La «casa amica», come l’aveva definita Cesare Pavese, già l’anno scorso non aveva potuto ospitare la votazione dei cinque finalisti del Premio Strega, perché in ristrutturazione, e la serata si era svolta al Tempio di Adriano. Quest’anno, per la 74ª edizione il coronavirus ha complicato la situazione: la proclamazione, infatti, si è svolta ieri sera nuovamente nel Tempio in piazza di Pietra, ma in streaming, senza pubblico e alla presenza solo dei 12 autori candidati, tutti dotati di mascherina. E con una sorpresa: per la prima volta la cinquina diventa sestina.
I cinque sono i favoriti alla vigilia: Sandro Veronesi, che ha già conquistato lo Strega nel 2006 con Caos calmo, da cui fu tratto il bellissimo film omonimo interpretato da Nanni Moretti nel 2008, ora con Il colibrì (La nave di Teseo) ottiene 210 voti, già votato come «Libro del 2019» nella classifica di qualità de «la Lettura» del Corriere della Sera. Valeria Parrella con Almarina (Einaudi) e Gianrico Carofiglio con La misura del tempo (Einaudi Stile libero) sono parimerito con 199 voti: un derby in famiglia a tutti gli effetti. L’inedito Gian Arturo Ferrari, da indiscusso leader dell’editoria, ex boss della Mondadori, esordisce come autore con una storia autobiografica, Ragazzo italiano (Feltrinelli), ottenendo 181 voti. Daniele Mencarelli, vincitore anche del Premio Strega Giovani, ne ottiene 168, aggiungendosi ai due Einaudi con Tutto chiede salvezza (Mondadori). Ancora una lotta fratricida all’interno dello stesso gruppo editoriale, come l’anno scorso?
Mancando nei primi cinque una piccola casa editrice, per regolamento, si aggiunge all’elenco l’esordiente Jonathan Bazzi con Febbre, edito da Fandango (137 voti) che si era classificato settimo, dietro Città sommersa di Marta Barone (142 voti), pubblicato da Bompiani. Su 660 aventi diritto, 592 sono stati i votanti.
Solo Paolo Volponi è stato incoronato vincitore per due volte, nel 1965 e nel 1991. Ci riuscirà anche Veronesi, che è stato il più votato anche dai circoli di lettura prouna mossi dalla Società Dante Alighieri? «Non sono competitivo — si schermisce lo scrittore — però devo dire che il mio libro, uscito a ottobre, aveva già incontrato il favore del pubblico. Le vendite erano andate molto bene, anche se sono convinto che la gente abbia poi avuto molto tempo per leggerlo durante il lockdown. Il protagonista della storia ha la mia età, quindi in certo modo racconto la mia generazione, che non è stata capace di fare grandi cose. Ho più fiducia nei nostri figli: l’ho capito quando è spuntata Greta Thunberg».
Una storia che nasce dall’esperienza personale è quella di Valeria Parrella, nel carcere minorile napoletano di Nisida, dove ha condotto laboratori di scrittura per i ragazzi detenuti: «Ho conosciuto tanti giovani e mi interessava raccontare non quello che hanno fatto, ma quello che invece possono fare. E non dimentichiamoci che dove c’è un minore colpevole, c’è un adulto colpevole: questo è l’assunto da cui parte la narrazione».
L’ex magistrato Carofiglio, dopo aver raggiunto la finale nel 2012, si rimette in gioco con un altro giallo, dove torna in azione l’avvocato penalista Guido Guerrieri, già protagonista nei suoi romanzi precedenti. «Non è solo un legal thriller — spiega —. È in parte dramma giudiziario e romanzo di formazione. Ma sto già lavorando a un altro progetto: un saggio, intitolato Della gentilezza e del coraggio, in cui rifletto sul metodo della politica».
Ferrari sorride, si definisce un «esordiente attempato» e aggiunge: «Non era pianificato il mio passaggio dall’altra parte della barricata ma, se ti occupi per tanti anni di libri, non esistono più le distinzioni e puoi fare tutte le parti in commedia. D’altronde sono un votante Strega da 35 anni».
caratteristica comune a buona parte dei libri in gioco, è la prevalenza autobiografica. Oltre alla Parrella e a Ferrari, anche la vicenda narrata da Mencarelli è personale: «A causa di una mia esplosione di rabbia, vent’anni fa, mi sono ritrovato in un reparto psichiatrico. Nella settimana di trattamento sanitario obbligatorio, ho fatto una serie di incontri e ho condiviso la mia esperienza con persone che mi hanno spinto a raccontare le loro storie. Rivolgo a loro la mia gratitudine». Molto privato anche il racconto di Bazzi: «Quando ho scoperto di essere sieropositivo — spiega — ho sentito il desiderio di raccontarlo».
Scarsa, rispetto al 2019, è stata la presenza femminile: su 12 candidati, solo tre scrittrici. Oltre a Parrella e Barone, Silvia Ballestra (La nuova stagione, Bompiani).
Per quanto riguarda la battaglia finale, fissata il 2 luglio,il virus continuerà a dettare legge: il luogo resta il Ninfeo di Villa Giulia, ma con un’affluenza molto contingentata, obbligo mascherine, proibiti baci e abbracci.
Riconoscimento
Mencarelli vince nella sezione Giovani, votato da 344 studenti tra i 16 e i 18 anni provenienti da cinquantotto scuole superiori