No del centrodestra a Conte
Le opposizioni disertano gli Stati generali: la sede non è ufficiale. Il presidente del Consiglio: l’invito un gesto di attenzione Zone rosse, il pm convoca premier, Lamorgese e Speranza. Irritazione nel governo
Il centrodestra respinge l’invito del premier Giuseppe Conte a partecipare agli Stati generali. Disponibili al confronto, hanno sottolineato i leader dell’opposizione, ma solo nelle sedi ufficiali. «Il mio era un gesto di attenzione», ha spiegato il presidente del Consiglio. Questo nel giorno in cui Conte e i ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza sono stati convocati dal pm per il caso della zona rossa ad Alzano e Nembro, nel Bergamasco. «Non sono preoccupato — ha detto il premier —; ben vengano le indagini, i cittadini hanno il diritto di sapere».
I referenti del comitato nato a Bergamo per le vittime del Covid lo dicono chiaro: «Sulla mancata zona rossa a Nembro e Alzano il balletto tra Regione e governo fu indecente». Parole pronunciate di prima mattina fuori dalla Procura,
prima di presentare 50 esposti, quando ancora non si sa che la magistratura, proprio quella di Bergamo, ha deciso di andare fino in fondo, su quella mancata chiusura che avrebbe potuto scattare anche pochi giorni dopo Codogno,
e invece fu sempre rinviata, annullata: il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota è a Roma con due sostituti e con un investigatore della sezione di polizia giudiziaria, per sentire il presidente del Consiglio Giuseppe
Conte, i ministri dell’interno Luciana Lamorgese e della Salute Roberto Speranza, proprio su quel punto, la mancata zona rossa e i giorni persi tra fine febbraio sul provvedimento, che finì nel nulla.
Domani toccherà al pre
mier. Lui e i ministri saranno sentiti come persone informate sui fatti: «Riferirò doverosamente tutto ciò che è a mia conoscenza — ha commentato Conte —. Non sono affatto preoccupato, non è arroganza o sicumera». Già dieci giorni fa il procuratore aggiunto di Bergamo, interpellata sulla zona rossa, aveva detto: «Da quel che ci risulta è decisione del governo». «Non commento quelle parole, ci confronteremo venerdì in piena serenità», ha concluso il presidente del Consiglio.
L’approfondimento dei magistrati a Roma è iniziato ieri, nella sede dell’istituto superiore di sanità in viale Regina Margherita, dove è stato sentito Silvio Brusaferro, presidente dell’iss: le sue parole restano top secret, ma è noto che in una nota ufficiale proprio l’iss suggerì al governo, all’inizio di marzo, di istituire la zona rossa perché l’r0 (l’indice di contagio «erre zero») ad Alzano Lombardo e Nembro in quella fase risultava già molto alto e si sarebbe poi rivelato più incisivo rispetto al resto d’italia. Le parole utilizzate dall’istituto erano inequivocabili: «I dati in possesso rendono opportuna l’adozione di un provvedimento che inserisca Alzano Lombardo e Nembro nella zona rossa».
Erano giorni, quelli, in cui la zona rossa veniva chiesta a ogni conferenza stampa dalla
Regione Lombardia, anche se non è del tutto chiaro quali fossero i contenuti delle istanze formali inviate da Milano al governo. «Aspettavamo Roma», ha dichiarato nella sua audizione a Bergamo l’assessore regionale Giulio Gallera. Parole simili a quelle del presidente Attilio Fontana.
I pm stanno tentando di valutare se la scelta politica di non far scattare i divieti, a fronte del parere chiaro dell’iss, possa essere considerata un reato, o no. Solo successivamente si stabilirà di quale Procura debba essere la competenza territoriale.