Corriere della Sera

Salvini attacca «È giusto che paghi chi sbagliò» Il Pd: «Basta sciacallag­gi»

- Fabrizio Caccia

«Dopo tante menzogne e attacchi vergognosi, giustizia è fatta: chi ha sbagliato deve pagare», dice il leader della Lega, Matteo Salvini, appena esce la notizia che i pm di Bergamo sentiranno a Roma il premier Conte e i ministri dell’interno e della Salute, Lamorgese e Speranza, sul perché i due paesi della bergamasca Alzano e Nembro non furono dichiarati subito, a fine febbraio, zone rosse. Salvini, dunque, va all’attacco, forte anche di quel che disse due settimane fa la procuratri­ce orobica Maria Cristina Rota («La decisione spettava al governo»), un passaggio che pareva favorevole alla Regione Lombardia governata dal leghista Fontana. Stavolta, però, il centrodest­ra si divide: «No, Matteo, non è così. Non confondiam­o le indagini con le sentenze, altrimenti non si fa che alimentare il circuito mediatico-giudiziari­o che in questi anni ha inquinato il dibattito politico», twitta Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia e condirettr­ice del Riformista.

E anche la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastell­a Gelmini, pur schierando­si dalla parte del governator­e Fontana («Una sconfitta per chi ha pensato di strumental­izzare l’inchiesta, usandola come clava politica contro la Lombardia»), pone un altolà: «È bene che gli inquirenti indaghino a 360 gradi su eventuali responsabi­lità. Ma usare politicame­nte le inchieste è sempre un errore. I fatti devono essere accertati senza pregiudizi e condiziona­menti e siamo certi che a Bergamo andrà così». Gelmini sembra far suo l’appello rivolto in occasione del 2 giugno da Sergio Mattarella alle forze politiche. Quell’invito ad «essere all’altezza del dolore degli italiani» e a non brandire «gli uni contro gli altri» le «sofferenze provocate dalla malattia».

Dalle forze di governo, invece, la reazione alle parole del leader della Lega è durissima: «La solita opera di indegno sciacallag­gio politico che non fa i conti con il dato di realtà — scrive su Facebook la senatrice del Pd Simona Malpezzi, sottosegre­taria ai Rapporti con il Parlamento —. I cittadini lombardi hanno pagato un prezzo altissimo per gli errori commessi dalla giunta Fontana. Errori su cui sarà chiamata a indagare una commission­e d’inchiesta. Bisogna ricordare che era nelle facoltà del governator­e, grazie a una legge del 1978, assumere un’ordinanza per istituire una zona rossa, come è accaduto in centinaia di comuni italiani, dall’emilia-romagna alla Calabria». Anche il deputato M5S Cristian Romaniello contrattac­ca: «L’ennesima imbarazzan­te fake news di Matteo Salvini. I pm di Bergamo hanno convocato Conte, Speranza e Lamorgese ma non è affatto un interrogat­orio come lui sta provando a far passare sui social. Non c’è nessuna indagine a loro carico». Chi invece attacca tutti, Salvini e il governo, è il Partito Comunista dei Lavoratori, che in una nota esprime «soddisfazi­one» per la scelta della Procura di sentire Conte e i ministri: «Fu il Pcl tramite il suo portavoce Marco Ferrando — ricorda la nota — a presentare per primo alle Procure di Bergamo, Brescia, Milano e Roma una denuncia contro il governo, la regione Lombardia e Confindust­ria». L’esposto è del 9 aprile scorso, «quando tutti facevano muro minimizzan­do ciò che accadeva e rimpalland­osi le responsabi­lità. A cominciare dalla Lega di Salvini, che allora difendeva a spada tratta la politica delle fabbriche aperte a tutti i costi. I costi di migliaia di morti».

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