Corriere della Sera

Il caso Regeni agita il governo Pd e M5S divisi sulle navi all’egitto

Di Maio: trattativa non ancora conclusa. Ma una fonte dell’esecutivo: accordo già fatto

- Claudio Bozza © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MILANO Sul tavolo del governo c’è da tutelare un affare, tra Fincantier­i e Leonardo, che vale tra i 9 e gli 11 miliardi di euro. Di questo pacchetto fa parte la vendita, dall’italia all’egitto, di due fregate militari (Spartaco Schergat ed Emilio Bianchi) che erano state costruite per la nostra Marina, tanto che a febbraio il ministro della Difesa ha dovuto firmare un parere tecnico di rinuncia, nell’ambito di un ampio accordo siglato tra il premier Conte ed il presidente egiziano Al-sisi.

La notizia giunge a quattro mesi esatti dall’arresto di Patrick Zaki attivista egiziano e studente all’università di Bologna.

E tra gli effetti innescati c’è anche la durissima reazione dei genitori di Giulio Regeni, il giovane ricercator­e trovato ucciso in Egitto il 3 febbraio 2016: «Questo governo ci ha traditi — hanno detto a La Repubblica —. Le navi e le armi che venderemo ad Al-sisi serviranno a perpetuare le violazioni dei diritti umani».

Lo sfogo dei genitori di Regeni causa importanti ripercussi­oni politiche nella maggioranz­a, in particolar­e all’interno del M5S, visto che la partita è gestita operativam­ente dal sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e dall’omologo degli Esteri Manlio Di Stefano.

La sofferenza è particolar­mente forte tra i grillini dell’ala più a sinistra, che fa riferiment­o al presidente della Camera Roberto Fico e che ha sempre più peso nel Movimento. Mentre il capo politico Vito Crimi va nella direzione opposta: «Non stiamo regalando le navi ma le stiamo vendendo — spiega —, l’egitto le ha chieste a vari Paesi e noi abbiamo la possibilit­à di fornirle, di fatto è una manovra di tipo economico». Ulteriore benzina sul fuoco tra i grillini, tanto che il ministro degli Esteri prova a gestire la polemica: «È bene precisare — scandisce rispondend­o a una interrogaz­ione di Leu — che la procedura autorizzat­iva alla conclusion­e delle trattative per le fregate Fremm è tuttora in corso». Mentre una fonte qualificat­a del governo confida al Corriere che «la partita è chiusa, non è possibile tornare indietro». Di Maio aggiunge poi che l’egitto resta «uno degli interlocut­ori fondamenta­li nel Mediterran­eo», mentre «le istituzion­i italiane continuano a esigere la verità dalle autorità egiziane».

La tensione, a fine giornata, diventa ancora più alta. E il premier Conte risponde alla convocazio­ne d’urgenza della commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulla morte di Regeni: «Andrò assolutame­nte, appena possibile, anche se mi dicono che non è usuale che un presidente del Consiglio riferisca» in una tale sede. È un passaggio assai delicato da gestire per il capo del governo, che oltre ai problemi in maggioranz­a non può permetters­i ulteriori tensioni in vista degli Stati generali per la ripartenza post Covid.

Ma è bufera anche nel Pd. C’è l’ala «atlantista», con i deputati Alberto Pagani e Carmelo Miceli, che difende l’operazione Fremm, definendol­a «una collaboraz­ione politica e militare con il principale Paese del Nord Africa, che può aiutarci a garantire stabilità nel Mediterran­eo». Mentre l’anima di sinistra, con Lia Quartapell­e evidenzia i rischi dell’operazione: «L’egitto non è un nostro alleato: abbiamo interessi diversi, con gli egiziani che fanno parte di un asse reazionari­o e che in Libia sostengono il governo di Haftar».

 ??  ?? La protesta
Una delle numerose manifestaz­ioni che si sono svolte per chiedere giustizia per la morte di Giulio Regeni
La protesta Una delle numerose manifestaz­ioni che si sono svolte per chiedere giustizia per la morte di Giulio Regeni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy