Addio a Luigi Spagnol Portò Harry Potter in Italia
Addii Vicepresidente del Gruppo Gems, per Salani acquisì «Harry Potter» ancora prima dell’uscita in Gran Bretagna. Aveva 59 anni
Aveva uno straordinario talento creativo Luigi Spagnol, morto ieri a Milano a 59 anni, al termine di una lunga lotta contro la malattia, combattuta lavorando fino alla fine. Schivo ma diretto, sempre disponibile al dialogo, aveva l’editoria nel sangue, essendo figlio di Mario Spagnol, scopritore di talenti e grande timoniere di Longanesi, dopo aver navigato tra i più importanti editori italiani.
Con Stefano Mauri in Gems, il gruppo editoriale Mauri Spagnol che nel nome aveva inscritto la doppia radice famigliare, si erano divisi i ruoli in modo quasi naturale. Mentre la vocazione di Mauri era la gestione, Spagnol aveva seguito il suo temperamento creativo, da editor vero e proprio, che leggeva e selezionava personalmente le opere di autori italiani e stranieri. Era vicepresidente di Gems e presidente delle case editrici di cui aveva la maggioranza la sua famiglia: Salani, Ponte alle Grazie, i marchi per bambini Ape Junior, Nord-sud, La coccinella, Vallardi.
La combinazione di intuito e di mestiere che lo caratterizzava (era anche traduttore), la capacità di conciliare la raffinatezza del gusto personale con la velocità di intuire il potenziale — anche popolare — di una storia, gli avevano permesso di fare alcuni dei colpi di maggior successo dell’editoria contemporanea.
A lui si deve l’acquisizione in Italia, nel 1997, di Harry Potter, punta di diamante di Salani, titolo rifiutato da altri grandi editori. Il primo volume, di cui comprò i diritti per dieci milioni di lire ancora prima dell’uscita in Gran Bretagna, ebbe una tiratura di 24 mila copie: «Ha conquistato centinaia di milioni di lettori in tutto il mondo, perché non doveva piacere anche a me?», minimizzava con il suo understatement.
Ma non era soltanto Harry Potter. Sotto la sua direzione Salani ha sviluppato un ricco catalogo per ragazzi con, tra gli altri, David Almond, Jostein Gaarder, Roald Dahl, Astrid Lindgren, Philip Pullman, Jacqueline Wilson, con il rilancio de Gl’istrici, la collana creata da Donatella Ziliotto nel 1987. Con Ponte alle Grazie ha pubblicato autori come Margaret Atwood, Philippe Claudel e David Mamet.
Sue sono scoperte di Varia che sfonderanno il milione di copie, da Parola di Giobbe, bestseller degli anni Novanta di Giobbe Covatta, all’edizione per ragazzi della Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda, «rivestito» dalle illustrazioni di Simona Mulazzani, fino alla signora giapponese del «riordino», Marie Kondo. Aveva lanciato anche Benedetta Parodi con le sue ricette «cotte e mangiate». D’altronde era un appassionato di cucina e, tra le altre qualità, aveva anche quella di essere un bravo cuoco.