La maturità sotto i gazebo
La maturità all’aperto, in mezzo al verde all’agrario di Todi o sotto ai gazebo nel liceo del centro di Roma. All’aperto ma con la mascherina, comunque, perché le precauzioni con la pandemia ancora in corso non sono mai abbastanza, dicono i presidi che per questo esame così inedito hanno pensato e alla fine realizzato situazioni meno usuali, più creative.
Il primo a lanciare l’idea di una maturità all’aperto è stato l’istituto agrario «Ciuffelli Einaudi» di Todi (Perugia), la scuola di agricoltura più antica d’italia che certo non ha problemi di spazio. Qui l’esame si terrà nell’aula verde, senza pareti ma alberi: esiste dal 2012 ed è amatissima da studenti e professori, che così studiano e insegnano guardando il verde dei prati e l’azzurro del cielo. «Abbiamo 190 maturandi e saranno una cinquantina quelli che useranno l’aula verde — dice il preside Marcello Rinaldi —. Non c’è stata una selezione, abbiamo proposto l’opzione ai presidenti di commissione e così è avvenuta la scelta». In caso di pioggia, tutti in Aula Magna.
Per precauzione Rinaldi chiederà l’utilizzo delle mascherine, come anche Patrizia
Marini, preside dell’«emilio Sereni», altro Agrario d’eccellenza alla periferia di Roma. «Installeremo tende a forma di vele, comprate coi soldi dell’emergenza Covid», spiega Marini, che ha circa 200 diplomandi. Al liceo «Kennedy» al Gianicolo, prestigiosa zona romana, la preside Lidia Cangemi, che è anche architetta, ha scelto dei gazebo bianchi montati nei campi sportivi della scuola: «Abbiamo 150 ragazzi, l’idea di una stanza chiusa con otto persone senza neppure un ventilatore non mi entusiasmava: all’aperto saranno tutti più liberi». Gazebo in ferro battuto — 24 per 109 studenti — anche all’istituto tecnico per geometri Cerboni di Portoferraio, all’isola d’elba (Livorno).
Maturità, invece, con divisori in plexiglas e visiere per i professori, al liceo Bruno Franchetti di Mestre che per il coronavirus ha perso il suo preside Davide Frisoli.