«Io con la borsa piena di soldi? Un falso costruito dall’ultradestra»
Come se poi fosse facile mandare soldi in questo modo, prendere un aereo e uscire da Malpensa: bisogna essere dei pazzi, significherebbe burlarsi delle autorità italiane
In Venezuela tra novembre e dicembre andremo a elezioni Niente succede in modo casuale Le opposizioni fasciste di base a Madrid non perdonano la vittoria di Maduro
Le foto di Chavez e con Chavez. Di Maduro e con Maduro a guardargli le spalle. Gian Carlo Di Martino, figlio di genitori italiani, ma nato a Maracaibo (quindi tendenzialmente esperto di mari forza nove), 55 anni, dal 12 aprile 2010 è console del Venezuela a Milano. È l’uomo che secondo l’inchiesta del quotidiano Abc ha fatto da intermediario ricevendo negli uffici sotto i portici di Corso Europa la valigetta destinata a finanziare la nascita del Movimento 5 Stelle.
«Dopo questi mesi di lockdown, non ero più abituato a una giornata del genere».
Ma lei Gianroberto Casaleggio l’ha mai incontrato?
«Mai, né lui, né suo figlio».
Cosa pensa del ciclone mediatico che vi sta cadendo addosso?
«Penso a un’alleanza tra l’ultradestra in Spagna e quella in Italia che attaccano i Cinque Stelle. In Venezuela ieri è stato nominato il nuovo consiglio elettorale: tra novembre e dicembre andremo a elezioni. Niente succede in modo casuale».
E quel documento citato dal giornalista di «Abc»?
«Falso e cronologicamente senza logica. Come se poi fosse facile mandare soldi in questa maniera, prendere un aereo e uscire da Malpensa con una valigetta: bisogna essere dei pazzi, significherebbe burlarsi delle autorità e dell’intelligenza della Digos italiana».
Ha parlato con Davide Casaleggio?
«Come diplomatico devo rispettare i tempi, aspetto di avere un confronto con il nostro ministro degli Affari esteri. Per questo non l’ho ancora sentito. Invece ho appena parlato con il console venezuelano in Spagna...».
Cosa vi siete detti?
«Ignorava l’origine di questa storia e mi ha chiesto cosa ci unisce ai 5 Stelle. Gli ho risposto nulla, solo che noi siamo rivoluzionari e loro revisionisti, ma attenti alla sovranità dei popoli. Non abbiamo come missione quella di finanziarie altre organizzazioni politiche, neanche se queste siano mosse da una visione rivoluzionaria».
Però l’accusa che arriva dalla Spagna è pesante?
«Alle opposizioni radicali-fasciste che hanno il loro epicentro a Madrid interessa solo il denaro. Vivono della diffamazione e non perdonano la vittoria del presidente della pace e dell’amore Maduro».
E adesso cosa si aspetta?
«Quello che dirà Matteo Salvini: fa opposizione, quindi avrà sicuramente qualcosa da dire».