Atlanta, l’autopsia conferma: omicidio
La famiglia di Brooks: cos’altro deve succedere? E il presidente annuncia: un milione al mio comizio
L’autopsia sul corpo di Rayshard Brooks conferma quanto il mondo aveva già visto direttamente dalle immagini del video: il ventisettenne afroamericano è stato ucciso da due colpi di pistola alla schiena. Gli ha sparato l’agente Garrett Rolfe, venerdì sera, nel parcheggio di un ristorante Wendy’s, ad Atlanta. Rolfe, per ora, è stato solo licenziato, mentre il collega che era di pattuglia con lui, Devin Bronsan, è stato trasferito al lavoro d’ufficio. Ma le indagini si stanno sviluppando velocemente. Domani, mercoledì 17 giugno, la Procura della Fulton County potrebbe incriminare i due agenti. Vedremo se per omicidio volontario, come è stato per Derek Chauvin a Minneapolis per l’uccisione di George Floyd, lo scorso 25 maggio. Oppure se il reato sarà considerato colposo o preterintenzionale. Naturalmente l’impatto politico sarebbe profondamente diverso.
La sindaca di Atlanta, l’afroamericana democratica Keisha Lance Bottoms, annuncia un processo di completa rifondazione del Dipartimento di polizia. Un passo probabilmente inevitabile dopo le dimissioni della numero uno, Erika Shields. Le due donne avevano rafforzato la collaborazione per rispondere alle proteste di massa, anche ad Atlanta. Il 6 giugno Shields aveva emanato direttive più rigide per gli agenti. Il nuovo «Manuale» vieta ai poliziotti in pattuglia l’uso delle armi da fuoco, anche a scopo deterrente, se non in casi di «pericolo per la propria vita». Ma tutto ciò è stato brutalmente spazzato via dalla morte di Rayshard Brooks.
Si muove anche Donald Trump. Oggi il presidente dovrebbe firmare un ordine esecutivo, fissando standard nazionali per il comportamento della polizia. Non sono ancora chiari, però, i contenuti. Il provvedimento potrebbe riprendere alcuni punti su cui stanno discutendo repubblicani e democratici al Congresso: abolizione del chokehold, la tecnica di strangolamento per immobilizzare i «sospetti»; freno alle irruzioni senza mandato; lista nera per gli agenti più violenti.
Nei giorni scorsi Trump ha mandato segnali contraddittori, per esempio sul chokehold e insistendo, via Twitter, con lo slogan «law and order», che il presidente intende rilanciare nel comizio programmato per il 20 giugno a Tulsa, in Oklahoma. «Quasi un milione di persone ha già chiesto il biglietto per partecipare», ha twittato Trump.
Nello stesso tempo la Casa Bianca ha invitato i familiari delle vittime colpite dalla polizia a intervenire alla cerimonia per la firma del decreto.
Ieri la famiglia Brooks ha tenuto una conferenza stampa ad Atlanta. Tomika Miller, moglie di Rayshard, ha chiesto che gli agenti coinvolti finiscano «in galera». E ha sollecitato i manifestanti a «protestare pacificamente». Tiara, cugina del giovane ucciso, ha dato una scossa con queste parole: «Basta, siamo stanchi. Quante proteste ci vorranno ancora per fermare la violenza della polizia?».
Nel fine settimane marce e sit-in sono ripresi con vigore in tutto il Paese.