EPOPEA DI MARK, IL COMANDANTE ORA È A COLORI
La collana Nelle avventure del personaggio creato nel 1966 dal gruppo Essegesse l’eterna lotta di un popolo per la libertà Le imprese del capo dei leggendari Lupi dell’ontario e dei suoi inseparabili amici durante la guerra d’indipendenza
Quando si dice il carisma del condottiero. «Mi sento onorato di aver ricevuto il vostro pugno! Mi lascerei perfino prendere a calci dal favoloso Comandante Mark!». Sono le parole un po’ eccessive con cui un fervente sostenitore dell’indipendenza americana accoglie la notizia che a rifilargli poco prima un gran cazzotto in faccia è stato il capo dei leggendari Lupi dell’ontario, che lo ha scambiato per una spia degli spietati dominatori inglesi. Poi sono spuntati davvero i soldati di sua maestà britannica, le detestabili «giubbe rosse», e il malcapitato bersaglio di Mark si è unito al Comandante per sgominarli. Infine il chiarimento e la nascita di un’amicizia.
Vi anticipiamo solo questa scena della storia che apre il primo volume, aperto da una presentazione di Fabio Licari, della nuova serie in edicola con il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport. Non vogliamo togliervi il gusto di scoprire come partì, nell’ormai lontano 1966, l’epopea del nuovo personaggio creato dal prolifico gruppo Essegesse, cioè gli autori torinesi Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris, autentici pilastri del fumetto popolare italiano. Per gli appassionati di lungo corso vale però la pena di sottolineare che questo è un Comandante Mark tutto a colori, mentre i tradizionali albi delle Edizioni Araldo — oggi Bonelli —, su cui tanti ragazzi passavano avvincenti ore di svago, erano in bianco e nero.
Lo scenario storico in cui gli autori ambientano le imprese di questo eroe, i cui fumetti sono usciti fino al ’90 e sono stati più volte ristampati, è pressoché identico a quello che vedeva protagonista un altro loro personaggio di enorme successo, Blek Macigno.
Siamo nella seconda metà del Settecento in Nord America, durante la guerra d’indipendenza che porterà alla nascita degli Stati Uniti. Gli abitanti delle tredici colonie ribelli cercano di staccarsi dalla Gran Bretagna del re Giorgio III, che per tutta risposta ha mobilitato l’esercito.
Il conflitto tra patrioti e giubbe rosse sembra però soltanto uno spunto per rappresentare l’eterna lotta che oppone ai tiranni i popoli che anelano alla libertà. In particolare gli inglesi sono raffigurati come perfidi, crudeli e anche piuttosto ottusi, così come avveniva nelle avventure di Blek, anzi per certi versi di più. Le novità semmai riguardano i personaggi positivi, quei Lupi dell’ontario, guerriglieri indipendentisti, il cui nome ricorda da vicino i Tigrotti di Mompracem cari ai lettori di Emilio Salgari.
Mentre infatti Mark è il solito eroe senza macchia e senza paura, colpisce che tra i suoi più fedeli compagni di lotta ci sia un indiano. Certo, Gufo Triste, per quanto bellicoso, non ha molto a che vedere con il navajo di ferro Tiger Jack che affianca Tex Willer. Secondo la tradizione dei comprimari comici inventati da Essegesse, il nativo dal cappello a tricorno ha diversi aspetti grotteschi: il pessimismo inveterato (d’altronde, chiamandosi così...), l’abitudine agli eccessi alimentari e alcolici, la profonda misoginia maschilista e in generale una certa avversione per i costumi degli uomini bianchi, che da discendente di un illustre stregone giudica stolti rispetto all’antica saggezza del suo popolo.
A proposito di maschilismo e femminismo (si fa per dire...), una novità che caratterizza le storie del Comandante Mark è il rilievo attribuito alla sua eterna fidanzata, la biondina Betty, che non si limita ad essere una fanciulla attraente e una bravissima cuoca. Insiste sempre per unirsi al protagonista nelle sue difficili missioni e si mostra molto gelosa dell’eroe, spesso corteggiato da affascinanti avventuriere.
Per quanto sia un fumetto sicuramente castigato, il Comandante Mark qualche occasionale bagliore erotico in effetti lo emana. In particolare l’altro inseparabile amico del prode condottiero, Mister Bluff, mostra di apprezzare parecchio l’altro sesso. Per esempio nel primo volume della collana lo sentiamo rievocare una bella donna mulatta di nome Paloma Sanchez con l’amico El Gancho, ex filibustiere come lui. E quest’ultimo, che appunto ha un gancio al posto della mano destra, sospira: «Io le accarezzavo la pelle ambrata col mio uncino, mentre lei fremeva...». C’è persino un pizzico di feticismo.
La rassegna dei personaggi non sarebbe completa se omettessimo la presenza dell’ossuto e sempre affamato cane Flok, molto amato da Mister Bluff e detestato cordialmente da Gufo Triste, del quale spesso e volentieri azzanna le natiche. Ovviamente però i bersagli preferiti del ringhioso ma intelligente quadrupede sono le giubbe rosse, contro le quali non esita a scagliarsi con furore. In fondo nelle avventure del Comandante Mark c’è anche un pizzico di animalismo ante litteram, sia pure in chiave patriottica.
Il conflitto
Gli abitanti delle 13 colonie ribelli contro le giubbe rosse inglesi di Re Giorgio III