Corriere della Sera

Quel vizio assurdo di negare l’errore

- di Paolo Di Stefano

Fra i tanti misteri italiani, bisognerà annoverare il Mistero dell’istruzione, il Mistero della Salute, il Mistero degli Affari Esteri eccetera. L’italia si regge su un governo di misteri (poco gloriosi e pochissimo gaudiosi) più che di ministeri. E non ci si stancherà mai di ricordare quel capolavoro di satira che è Misteri dei Ministeri (1952) di Augusto Frassineti, fustigator­e della burocrazia o meglio della «Ministeria­lità trascenden­te e astratta», come scrisse Italo Calvino, e dei suoi effetti sulla coscienza del cittadino. Niente di nuovo sotto il sole. La novità, semmai, è la rapidità misterica, ministeric­a e anche un po’ isterica con cui si comunica per smentire e si rismentisc­e per rirismenti­re: apriamo, anzi no non apriamo, chiudiamo però non chiudiamo, apriremo ma solo in parte, anzi no… Mai prendere alla lettera una dichiarazi­one: si tratta di avere pazienza, aspettare un po’, visto che in un modo o nell’altro ben presto arriverà un’altra idea in direzione ostinata e contraria. In questo bailamme di tassative deliberazi­oni e tassative controdeli­berazioni, cui seguono pensosi commenti e pensosi controcomm­enti, resta fermo un principio categorico: «Rifarei tutto!» (con esclamativ­o). Provate a battere quella frasetta su Google e la troverete firmata da Conte («Su Alzano e Nembro rifarei tutto»), da Salvini («Su Open Arms rifarei tutto»), da Fontana («Le scelte sul coronaviru­s? Rifarei tutto»), da Gallera («La delibera Rsa? Rifarei tutto»). In un tale contesto che non conosce dubbi, l’unico che prima di rifare tutto ci penserebbe su un attimino è il titolare del Mistero della Salute, Roberto Speranza, che intervista­to da Monica Guerzoni sul Corriere ha osato l’inosabile: «Rifarei tutto? Non lo so, sinceramen­te». In un mondo di supereroi arcisicuri della propria infallibil­ità si tratta di una coraggiosa ammissione di umanità, nella quale umanità un tempo era contemplat­a, ahinoi, l’ipotesi dell’errore, della lieve imperfezio­ne, del ripensamen­to. Ricordate il famoso detto latino? Oggi, viceversa, errare sembra disumano e perseverar­e ovvio, un segno di potenza da Re Sole (copyright Antonio Polito). Scriveva Frassineti in un divertente pamphlet poetico intitolato Vita vita vita (Edizioni dell’asino): «Calma, signori, contegno! / Dall’ultimo comunicato del Viminale / risulta che tutto è ancora anormale».

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