Quel vizio assurdo di negare l’errore
Fra i tanti misteri italiani, bisognerà annoverare il Mistero dell’istruzione, il Mistero della Salute, il Mistero degli Affari Esteri eccetera. L’italia si regge su un governo di misteri (poco gloriosi e pochissimo gaudiosi) più che di ministeri. E non ci si stancherà mai di ricordare quel capolavoro di satira che è Misteri dei Ministeri (1952) di Augusto Frassineti, fustigatore della burocrazia o meglio della «Ministerialità trascendente e astratta», come scrisse Italo Calvino, e dei suoi effetti sulla coscienza del cittadino. Niente di nuovo sotto il sole. La novità, semmai, è la rapidità misterica, ministerica e anche un po’ isterica con cui si comunica per smentire e si rismentisce per rirismentire: apriamo, anzi no non apriamo, chiudiamo però non chiudiamo, apriremo ma solo in parte, anzi no… Mai prendere alla lettera una dichiarazione: si tratta di avere pazienza, aspettare un po’, visto che in un modo o nell’altro ben presto arriverà un’altra idea in direzione ostinata e contraria. In questo bailamme di tassative deliberazioni e tassative controdeliberazioni, cui seguono pensosi commenti e pensosi controcommenti, resta fermo un principio categorico: «Rifarei tutto!» (con esclamativo). Provate a battere quella frasetta su Google e la troverete firmata da Conte («Su Alzano e Nembro rifarei tutto»), da Salvini («Su Open Arms rifarei tutto»), da Fontana («Le scelte sul coronavirus? Rifarei tutto»), da Gallera («La delibera Rsa? Rifarei tutto»). In un tale contesto che non conosce dubbi, l’unico che prima di rifare tutto ci penserebbe su un attimino è il titolare del Mistero della Salute, Roberto Speranza, che intervistato da Monica Guerzoni sul Corriere ha osato l’inosabile: «Rifarei tutto? Non lo so, sinceramente». In un mondo di supereroi arcisicuri della propria infallibilità si tratta di una coraggiosa ammissione di umanità, nella quale umanità un tempo era contemplata, ahinoi, l’ipotesi dell’errore, della lieve imperfezione, del ripensamento. Ricordate il famoso detto latino? Oggi, viceversa, errare sembra disumano e perseverare ovvio, un segno di potenza da Re Sole (copyright Antonio Polito). Scriveva Frassineti in un divertente pamphlet poetico intitolato Vita vita vita (Edizioni dell’asino): «Calma, signori, contegno! / Dall’ultimo comunicato del Viminale / risulta che tutto è ancora anormale».