«Il male va condannato ma senza cancellare il bene»
Sempre più mi convinco che viviamo in un’epoca piena di immoralità e di moralisti. L’imbrattamento delle statue di Montanelli a Milano e di Churchill a Londra, come la decapitazione di quelle di Colombo negli Usa, mi fa riflettere se questo sia un tentativo di revisionismo storico. In realtà, la storia non ha mai il compito di pronunciare giudizi morali, ma di accertare con verosimiglianza sempre più grande, se possibile, ciò che una persona ha vissuto di bene e di male. Colombo, Churchill, Montanelli: in campi ed epoche diverse hanno portato un grande bene all’umanità. Non erano perfetti, ma chi può esserlo? In nome del male eventualmente compiuto non si può e non si deve cancellare il bene fatto. Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra. Nella mia Diocesi, in un importante borgo, c’è il busto di Lenin. Per quanto anacronistico possa sembrare, alcuni vi accorrono anche con nostalgia. Eppure Lenin è responsabile della morte di milioni di persone e ha scritto testi sulla violenza, non raccomandabili. Ci sono molte altre persone nella storia che hanno commesso gravi colpe, eppure tutto ciò è dimenticato in ragione della loro arte o ideologia. Dobbiamo forse distruggere il Colosseo, perché lì si uccidevano uomini considerati come animali? La ricerca della purezza del cuore è un grande cammino, meritorio e doveroso. Questo però non implica la cancellazione della memoria di artisti, navigatori, scienziati, cantanti, attori… che hanno portato bene alla nostra vita. Essi non possono essere semplicemente cancellati anche se la loro vita non è stata totalmente irreprensibile. Il male va sempre condannato. Il giudizio sugli uomini deve farci attenti a non cadere nell’ipocrisia.