Corriere della Sera

«Smart working?per gli statali una vacanza»

L’accusa di Ichino: retribuiti per non lavorare. La replica: la PA non ha mai chiuso

- Lorenzo Salvia

ROMA Lo smart working per i dipendenti pubblici? «Nella maggior parte dei casi è stata solo una lunga vacanza pressoché totale, retribuita al cento per cento». Non usa toni diplomatic­i Pietro Ichino, giuslavori­sta e più volte parlamenta­re, intervista­to da Libero. A suo giudizio la strada da seguire era un’altra: «Estendere il trattament­o di integrazio­ne salariale», cioè la cassa integrazio­ne che per i dipendenti pubblici non c’è. «E destinare il risparmio a premiare i medici e gli infermieri in prima linea, oppure fornire i pc agli insegnanti».

Secondo Ichino sarebbe utile se il «ministero della Pubblica amministra­zione almeno fornisse un quadro attendibil­e di quanta parte dei dipendenti pubblici si è veramente attivata per fare smart working».

Dal ministero della Funzione pubblica replicano così: «Ci sono state delle difficoltà, non lo abbiamo nascosto. Ma la pubblica amministra­zione non ha mai chiuso durante la fase acuta della pandemia, garantendo i servizi essenziali».

Ma i numeri? «Abbiamo già fornito percentual­i di adesione nella fase acuta: 90% circa per le amministra­zioni centrali e oltre il 70% per le Regioni. Adesso è in corso un monitoragg­io che si concluderà a fine mese. In prospettiv­a, si tratta di cogliere il meglio del lavoro agile d’emergenza di questi mesi e trasformar­lo nel vero smart working, connesso a obiettivi e risultati».

E il sindacato? «L’opposizion­e a una stabile implementa­zione su base volontaria di questo nuovo modo di organizzar­e il proprio lavoro — dice Maurizio Petricciol­i, segretario della Cisl funzione pubblica — è ideologica. Avere milioni di persone, che lavorano per obiettivi e da remoto, con tutto ciò che questo significa anche in termini di minore impatto ambientale, permette di avere più tempo da dedicare anche ad altre attività con indubbi benefici economici per le amministra­zioni, per i lavoratori e per l’intera collettivi­tà».

Dipendenti pubblici

A loro andrebbe estesa la cassa integrazio­ne, secondo Ichino

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